Uno che è stato politicamente legato mani e piedi alla Russia di Putin, che era andato nella Crimea occupata, che non voleva le sanzioni alla Russia e che anche dopo l’invasione del 24 febbraio 2022 ha tenuto criticabili rapporti con l’ambasciata russa in Italia poteva mai guardare negli occhi Zelensky?
Un po’ perché Salvini fino ad oggi non ha mai chiaramente detto che Putin è un criminale di guerra e forse non lo può dire. Un po’ perché, come la Polonia insegna, vuole evitare che Zelensky gliene dica quattro. E quindi fugge.
«No, io non faccio né il premier né il ministro degli Esteri. Io faccio il ministro delle Infrastrutture e sono a disposizione per la ricostruzione. Ci sono aziende italiane che non vedono l’ora di poter dare il loro contributo. Però a Milano si dice `Ofelè fa el to mestè´, quindi io mi occupo di lavori pubblici».
Lo ha detto il leader della Lega, vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, a margine di un comizio per le comunali a Cologno Monzese (Milano), rispondendo a chi gli ha chiesto se parteciperà ai colloqui domani a Roma con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Magari Salvini si è dimenticato che tra una fuga e l’altra ha pontificato sull’universo mondo…
La reazione del Pd
«Grave che Matteo Salvini si faccia schermo del suo ruolo alle Infrastrutture, dimenticando quello di vicepremier, per non incontrare Zelensky. Sappiamo bene perché si arrampica sugli specchi, sarà un grave imbarazzo per il governo italiano, indebolito sul tema cruciale Ucraina».
Lo scrive su Twitter il senatore Pd Filippo Sensi, in vista della visita del presidente ucraino domani a Roma.
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