La repressione di Putin quanto potrà andare avanti? E chi sogna una Russia realmente democratica può avere realmente una speranza?
Vladimir Kara-Murza «è sorprendentemente ottimista. Crede nel futuro della Russia e nel suo ruolo in una Russia democratica futura. Ma per quanto riguarda il suo futuro immediato, è realista. E’ pronto a essere trasferito in una colonia penale».
Lo ha detto la madre di Vladimir Kara-Murza, Elena Gordon, che ha incontrato il figlio in carcere due volte dalla sua condanna a 25 anni di carcere per tradimento, oltre che per diffusione di notizie false sulle forze militari e per aver lavorato per una organizzazione estremista.
«Ha dei principi. Crede davvero di dover essere con il suo Paese e con la sua gente. E che non avrebbe diritto a esporsi come politico in una Russia democratica se avesse lasciato il Paese per stabilirsi altrove in condizioni di sicurezza», ha aggiunto in una intervista alla Bbc.
«Sono stata l’unica dei familiari e amici a riuscire a entrare in aula», ha detto Elena, tornata in Russia dall’estero, dove si è trasferita, per l’udienza. «Vladimir non sapeva che ci sarei stata. E’ stato sorpreso. Io ero preparata anche se pensavo che gli avrebbero dato 24 anni e undici mesi, come insulto. Alla fine hanno deciso di agire allo scoperto. Gli hanno dato il massimo della pena», ha aggiunto.
– «E’ diventato molto magro. Sono preoccupata per la sua salute, ma è coraggioso e mi dice che è solido». «Quanto a me, non solo spero ma credo che vedrò Vladimir libero. E non intendo aspettare 25 anni», precisa, ricordando di avergli sconsigliato di tornare in Russia, dopo il suo viaggio in Arizona e a Strasburgo, in seguito all’inizio dell’invasione dell’Ucraina.
«E’ un argomento doloroso per me, come madre. Non posso vederlo solo come una figura politica. Prima di tutto è mio figlio. L’ho implorato a non tornare in Russia. Ha promesso di pensarci. Ma il risultato, come vedete, è stato negativo. Ma non ha mai mai espresso pentimento di averlo fatto», sottolinea. «La Russia è diventata una dittatura. E’ una regressione terribile. E’ una vergogna».