Terzo Polo, Marattin: "Basta scontri personali, lo dobbiamo ai nostri elettori..."
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Terzo Polo, Marattin: "Basta scontri personali, lo dobbiamo ai nostri elettori..."

Luigi Marattin a Calenda e Renzi: «Fermiamoci, prima di finire tutti in un burrone. Basta scontri personali e assumiamoci le responsabilità come classe dirigente. Puntiamo a costruire una lista, unica e più forte, alle Europee».  

Terzo Polo, Marattin: "Basta scontri personali, lo dobbiamo ai nostri elettori..."
Luigi Marattin
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19 Maggio 2023 - 10.54


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I quotidiani scontri tra Matteo Renzi e Carlo Calenda hanno fatto naufragare l’idea di un partito unico e adesso anche le semplici alleanze sono sull’orlo del precipizio. Luigi Marattin, deputato eletto proprio nelle file del Terzo Polo, in un’intervista al Corriere della Sera ha lanciato un appello ai due leader.

«Fermiamoci, prima di finire tutti in un burrone. Basta scontri personali e assumiamoci le responsabilità come classe dirigente. Puntiamo a costruire una lista, unica e più forte, alle Europee».  

«Siamo stati eletti sulla base di un progetto, quello di un partito riformista e liberale che rifiuti populismi e sovranismi. E a quello abbiamo lavorato in questi mesi in Parlamento e nel Paese. C’è la domanda nella società, sui territori esiste una comunità che ci crede. Non vedo motivi politici per non continuare a costruire». 

I risultati «col tempo arrivano, se si inizia un cammino serio e coerente e si torna a partiti con leader, ma non personali. Lo spazio c’è. Chi conosce la società italiana sa benissimo che non si rassegnerà a scegliere tra il partito della Cgil e un populismo conservatore». 

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Nel Terzo Polo «credo che alcune persone non si fidavano le une delle altre. E senza fiducia non si fa nulla nella vita. Ma c’è una gran parte del gruppo dirigente (per non parlare delle comunità locali) che invece ancora si fida. E sono pronti a riprendere il cammino, partendo dal mantenimento dei gruppi unici in Parlamento. Non sono pedine, ma co-protagonisti di un progetto politico – sottolinea – assieme ai due milioni e mezzo di voti che abbiamo preso».

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