In una giornata carica di significato e diritti, migliaia di persone hanno partecipato alla sfilata del Pride 2023 a Roma, che quest’anno ha assunto una connotazione ancora più militante, ribattezzandosi “Queerresistenza”. L’evento, caratterizzato da un mare di colori e festosità, ha visto la partecipazione entusiasta di un milione di persone, secondo gli organizzatori.
Trentacinque carri hanno percorso il tragitto dalla piazza della Repubblica ai Fori Imperiali, accompagnati da una folla multicolore proveniente da ogni parte d’Italia. Tuttavia, l’evento non è stato privo di polemiche. La Regione Lazio inizialmente aveva concesso il proprio sostegno all’iniziativa, ma successivamente è tornata sui suoi passi, generando un acceso dibattito. Inoltre, il sindaco Roberto Gualtieri è stato oggetto di critiche per le trascrizioni dei certificati di nascita dei bambini nati all’estero da coppie omosessuali.
«Siamo un milione, mai vista tanta gente», hanno scandito gli organizzatori dal carro che ha aperto il corteo sulle note di Festival e Viva l’amor con le madrine di questa edizione, le icone arcobaleno Paola e Chiara. «Da oggi parte la resistenza della nostra comunità a questa destra, a questo governo e a Meloni – afferma Mario Colamarino, portavoce della manifestazione e presidente del circolo Mario Mieli – Quello che è successo con il patrocinio della regione Lazio è l’ennesima prova di quanto questa destra sia omofoba e cialtrona. È una vergogna». Al fianco del Mario Mieli, in prima fila, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri che proprio ieri ha trascritto gli atti di nascita dei figli di due mamme, scelta contestata da Fdi che la giudica «illegale». Gualtieri è salito sul carro degli organizzatori da dove ha intonato anche «Bella Ciao». «Roma è in prima fila nelle battaglie per riconoscere i diritti a tutti – ha detto oggi il primo cittadino della Capitale – Ieri sono arrivate le domande di trascrizione degli atti. Ci sono sentenze chiarissime e univoche della Cassazione e dicono che la trascrizione di casi questi, che poi stiamo parlando di una fecondazione eterologa, sono legittime e doverose altrimenti sarebbe una discriminazione. Non si capisce perché non si potrebbe fare». Alla manifestazione , che secondo fonti della Questura ha visto la partecipazione di 40 mila persone, anche la segretaria del Pd, Elly Schlein: «Il Partito democratico sarà sempre nei luoghi della tutela e della promozione dei diritti Lgbtq+. A partire dal matrimonio egualitario, le adozioni e il riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali. Siamo qui perché è importante e giusto esserci».
Lungo il percorso, arcobaleno ma declinato anche nel fuxia queer, tanti gli slogan per rivendicare i diritti. Bersaglio `privilegiato´ il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca che però anche oggi ha ribadito «di sostenere i diritti Lgbt+». «Viva il Pride. Ora è sempre resistenza», si urla scendendo verso i Fori Imperiali e ancora «- Rocca + Rocco», cori contro La Russa e Roccella, e critiche ai Pro Vita indicati come i «mandanti» del patrocinio negato dalla Regione.
La galassia pro Pride però c’è. Dopo Gualtieri e Schlein, sfila l’esponente di Iv Maria Elena Boschi, «le persone che qui manifestano pacificamente e allegramente ci sono, fanno parte del nostro Stato, non sono cittadini di serie b», su uno dei carri anche la leader di Europa, Emma Bonino e il segretario Riccardo Magi. Sfila anche una Venere di Botticelli, quella del claim «Open to meraviglia», ma in versione LGBT+: indossa una t-shirt con la scritta «Open to love».
L’onda Pride ha attraversato non solo Roma ma l’Italia. Oltre al corteo nella capitale la parata dei diritti ha attraversato anche altre otto città. Eventi ad Avellino, Cuneo, Foggia, Dolo, Genova, Lecco, Messina e Pordenone ma all’estero: da Los Angeles a Katmandu passando per Tolosa e Zagabria. «È una giornata di grande mobilitazione per la nostra comunità – spiega Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay -. Questi nove Pride, tappa di una stagione record dell’Onda Pride con oltre 50 parate, sono la migliore risposta al balletto di alcune istituzioni, che ci mostrano il travaglio di chi non sa che parte stare».
Elly Schlein
«Le polemiche le lasciamo agli altri questa è una straordinaria risposta di partecipazione che credo che sia anche dovuta alla scelta ingiusta della regione Lazio di togliere il patrocinio».
Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, a margine del Roma Pride. «Quello che ha fatto regione è piuttosto negativo, abbiamo a che fare con una destra che vuole farci arretrare sul tema dei diritti come se non sapessero che la società più sicura, visto che sono appassionati di sicurezza, noi continueremo a insistere», ha ribadito.
«Noi come Pd siamo fieri di esserci, orgogliosamente, a fianco di questa comunità per continuare a proteggerne i diritti e a proporli – ha sottolineato Schlein – . L’Italia è ancora un paese purtroppo troppo arretrato per i diritti, vogliamo portare l’Italia sempre più in Europa. Continueremo a batterci in tutte le sedi istituzionali, e in sedi come queste dove si uniscono le battaglie».