La voce circolava da giorni sui social, ma oggi sia Repubblica sia il Corsera confermano che il telefono e la sim di Leonardo Apache La Russa non si potranno sequestrate ed esaminare perché intestate al padre presidente del Senato, quindi coperte da immunità parlamentare.
Se la difesa che Ignazio Benito ha fatto del figlio (“l’ho interrogato, sono certo che non ha compiuto atti penalmente rilevanti”, la ragazza invece…) aveva indignato molti, il fatto che la seconda carica della Repubblica, capo dello Stato quando Mattarella non c’è, regali Sim “protette” alla prole e chissà se anche ad altri è di una leggerezza imperdonabile e di una gravità enorme.
In un paese normale, La Russa si dovrebbe dimettere. Ma state certi che non lo farà. E che la maggioranza farà quadrato facendo valere la legge dei numeri. Perché questa destra che si riempie la bocca di parole come Nazione, Patriota, Onore, Legge, Ordine, in realtà ha zero virgola di senso dello Stato e rispetto delle istituzioni e della democrazia.
Ragionano così: abbiamo vinto, comandiamo noi, siamo legittimati a imporre la nostra legge e le nostre scelte nel nome del popolo italiano che ci ha votati e mandati al potere. Vi ricorda qualcosa? Cose tipo “potremmo fare di questa opposizione un bivacco di manipoli…”.
Lo faranno, salveranno il camerata Benito, ma quale fiducia potrà più dare e ricevere un vice capo di Stato che fa simili cavolate, e quale credibilità potrà avere il nostro paese nel mondo se a rappresentarlo ai vertici sono uomini così?