Da una ammiratrice dei reazionari di Visegrad cosa ti puoi aspettare? «Puoi decidere una volta, in una circostanza poco rilevante, di non incontrare la stampa. Oppure di limitare il tempo di una conferenza stampa, per motivi più diversi. Quando però la presidente Meloni decide di evitare accuratamente i briefing in occasioni importanti (penso a Cutro) o di mettere sotto chiave i giornalisti in un vagone per non incontrarli o di lasciarli un’ora sotto il sole come oggi a Pompei, allora è doveroso chiedersi da dove nasce tanta ostilità verso l’informazione».
Lo dichiara Osvaldo Napoli della segreteria nazionale di Azione.
«Perché poi – aggiunge – è facile fare due più due. Se scattano alcune indagini che coinvolgono un ministro o sfiorano il presidente del Senato, a Meloni scappa di dire che la magistratura fa opposizione. Evita i giornalisti perché forse ritiene che anche loro siano all’opposizione. Tanto fastidio per la stampa la accomuna a Orban o a Trump, non proprio modelli di tolleranza liberale e di rispetto. Può però può stare tranquilla, c’è sempre il Tg1 pronto ad aprire su una sfilata o su Sanremo»
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