Non passa giorno in cui esponenti del governo Meloni non si rendano protagonisti di dichiarazioni imbarazzanti, di un’ignoranza istituzionale – e a volte non solo istituzionale – con pochi eguali. L’ultima in ordine di tempo è quella del ministro Musumeci, intervenuto a Palermo a un convegno sulla mafia. Il ministro della Protezione Civile, parlando di salario minimo, ha parlato di assistenzialismo.
“Credo che la risposta sia il lavoro. Basta con questo assistenzialismo, la destra e il centrodestra si contraddistinguono anche per un altro tipo di capacità propositiva”. Immediata la risposta delle opposizioni.
“Io non so in che Paese viva Musumeci” – gli ha risposto la segretaria del Pd Elly Schlein. “Nel nostro ci sono 3 milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori poveri. Sono passati da `prima gli italiani´ a `prima gli sfruttatori´, evidentemente. Vorrei che rileggessero la Costituzione, l’articolo 36, perché non si può tenere insieme `lavoro´ e `povero´ nella stessa frase. Questo è quello che evidentemente vuole fare una destra che pensa che il lavoro sia un favore, mentre noi siamo convinti che il lavoro sia un diritto in una repubblica fondata sul lavoro”.
“Continuiamo quindi a batterci per l’approvazione della nostra proposta unitaria con le altre opposizioni per il salario minimo, perché – ha aggiunto – mi sembra che quando fa queste dichiarazioni la destra dimostri di essere in difficoltà e di arrampicarsi sugli specchi senza avere argomenti”.
Argomenti: governo meloni