Durante i due giorni alla Fiera di Cesena, qualcosa di nuovo è emerso. Nessuno sembra avere dubbi sulla “non corrente”, alcuni partecipanti scherzano a riguardo. Le ambiguità lessicali persistono, ma la volontà politica è evidente. Stefano Bonaccini, presidente del Pd, ottiene una risposta positiva da molti dei sostenitori delle sue primarie e afferma: “Questo è solo un primo passo, a settembre ne faremo un altro”. È chiaro che la strada per “Energia popolare” è stata tracciata.
Lorenzo Guerini, deputato del Pd, introduce una definizione che sembra incontrare il consenso di tutti, descrivendo il movimento come un’ “area culturale e politica, politicamente organizzata”.
Tra i partecipanti a Cesena, alcuni sostengono che ci sia poca differenza tra una “vera e propria corrente” e un’area politica. Tuttavia, Bonaccini è riluttante ad utilizzare il termine “corrente” a causa delle sue connotazioni negative e perché aveva precedentemente assicurato che non avrebbe fondato alcunché. In risposta agli appelli dei relatori all’assemblea unitaria, egli afferma: “Non stiamo fondando una corrente, ma stiamo dando vita ad un’area politica-culturale che superi il correntismo esasperato”. Osservando i volti e i desideri dei partecipanti alla manifestazione, sembra che l’obiettivo del presidente del Pd sia quello di unire i sostenitori della sua mozione – che ha subito una sconfitta ai gazebo – in un’area riformista più ampia, al fine di diventare il motore del partito.
Il gruppo “Base Riformista”, con Guerini, Francesco e Alessandro Alfieri, gioca un ruolo di primo piano in questo processo, ma non sono gli unici sostenitori del “correntismo” presenti. C’è anche Graziano Delrio, rappresentante della componente cristiano-sociale, che afferma: “Qui a Cesena dobbiamo radunare le migliori menti per far brillare una luce nel Pd”.
Piero Fassino, proveniente da Iniziativa Democratica, celebra la “nascita di un’area”. Giuditta Pini rappresenta i Giovani Turchi di Matteo Orfini. Tra il pubblico si vedono anche Pierluigi Castagnetti, che alla fine dell’evento abbraccia Bonaccini ed esclama: “È straordinario”. E poi ci sono i sindaci, come Antonio Decaro, sempre in prima fila, Giacomo Possamai, Beppe Sala, Matteo Ricci e Giorgio Gori. Anche Gianni Cuperlo, dal palco, li incita: “Rendete questa un’effettiva corrente e riempitela di proposte ed eresie”.
È difficile prevedere come Bonaccini intenda mediare tra Roma e Bologna, tra i parlamentari e la sua esperienza in Emilia-Romagna, sempre cercando di evitare le correnti interne. Tuttavia, è evidente che qualcosa di più strutturato è in corso. Coloro che sono accanto a lui evitano di pronunciarsi sulla possibile creazione di un’associazione. Tuttavia, Bonaccini è chiaro nel dichiarare in assemblea: “Abbiamo bisogno di portare un contributo di ‘Energia popolare’ in tutti i territori”. Insomma, da qui a settembre, quando si scriverà il secondo capitolo dell’area Bonaccini, nessuno starà solo a guardare. Del resto, il presidente del Pd ha avvisato: “Di fronte alle difficoltà, non resteremo passivi o inerti, ma agiremo con determinazione”.