Calenda e Renzi, divorzio tempestoso: Azione e Italia Viva si dividono in parlamento
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Calenda e Renzi, divorzio tempestoso: Azione e Italia Viva si dividono in parlamento

Lo strappo sembra essere questione di ore, al massimo di giorni. Tra Calenda e Renzi la convivenza è stata impossibile e ora arrivano anche le divergenze politiche

Calenda e Renzi, divorzio tempestoso: Azione e Italia Viva si dividono in parlamento
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3 Agosto 2023 - 09.10


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L’energico squillo di Bobo Giachetti risuona distintamente, rompendo il silenzio del mattino. Roberto Giachetti, membro di Iv, guida la rassegna stampa su Radio Leopolda. Questa volta, le parole dell’esponente renziano suscitano riflessioni: “Ha ancora senso che Azione e Italia Viva restino uniti? Offriamo chiarezza, ognuno sceglierà il suo cammino, riconoscendo un nuovo avversario politico. Ma proseguire così sembra non solo distruttivo, ma anche demoralizzante”, afferma inequivocabile.

Tensioni recenti emergono tra i membri dei due gruppi dopo polemiche scaturite dalla cena al Twiga con Maria Elena Boschi, Francesco Bonifazi, Luciano Nobili e Daniela Santanchè.

«Questa è la mia opinione che sicuramente non sarà raccolta – aggiunge Giachetti – davvero siamo convinti che non sia arrivato il punto di smetterla con questa finzione, e di sottrarre gli elettori tutti, quelli di Azione e Italia Viva, all’umiliazione di una finzione, di un matrimonio nel quale c’è una parte che evidentemente non sopporta più l’altra e scarica dalla mattina alla sera nei confronti di quella parte insulti, attacchi, addirittura rinnegando le cose comuni che abbiamo messo insieme e erano nel programma?».

In realtà, ad accogliere il suo grido di dolore è Carlo Calenda in persona. «Roberto Giachetti oggi ha chiesto la separazione dei gruppi parlamentari di Azione e Italia Viva. I gruppi lavorano bene insieme su molte questioni di merito. Ma non vi è dubbio – scrive nero su bianco su Twitter – che dal Salario Minimo alla Commissione Covid e all’elezione diretta del premier stanno emergendo differenze rilevanti. Nei prossimi giorni verificheremo con i vertici di Italia Viva le loro intenzioni».

Lo strappo sembra essere questione di ore, al massimo di giorni. «L’annuncio ci sarà entro la settimana», assicurano fonti autorevoli. La consapevolezza, nel quartier generale di Azione, «è che ormai le differenze sono tali che il percorso comune per le Europee non ci sarà e sarà tutta una corsa a differenziarsi, meglio quindi fare chiarezza». Tra i due schieramenti, intanto, va avanti la guerriglia: «Dentro Azione le tensioni sono molte: la candidatura di Cappato, la posizione assunta sul Twiga, ma anche la questione di Calenda che bypassa Carfagna e va a parlare con De Luca, altro che elezione diretta del premier», aizzano il fuoco i renziani.

«Renzi ha deciso di mettere un dito in un occhio a Mattarella, prima con la commissione Covid e ora con l’elezione diretta del presidente del Consiglio, noi su questo non ci siamo. Poi certo c’è anche il Twiga, poteva votare contro la mozione di sfiducia a Santanchè allora», replicano dalle parti di Azione.

I parlamentari dell«ei fu’ Terzo polo, in attesa della decisione dei leader, provano a studiare il futuro. Alla Camera, almeno sulla carta, il gruppo potrebbe dividersi in due parti autonome: 11 sono infatti i parlamentari di Azione e 10 quelli di Iv e già, in deroga al regolamento che prevede un numero minimo di 20 unità, esistono gruppi con 10 o 11 deputati (è il caso, rispettivamente, di Noi moderati o Avs). I due schieramenti, però, hanno corso alle Politiche sotto lo stesso simbolo, quindi a partire da un simbolo dovrebbero essere fatte due deleghe. «Il precedente c’è – viene spiegato – Con il simbolo Più Europa – Centro moderato poi vennero fatte due deroghe, sia per Bonino che per Tabacci, ma vedremo».

Diverso il caso del Senato. A palazzo Madama ciascun gruppo dev’essere composto da almeno sei senatori. Non avrebbe problemi, allora, Italia viva che dopo l’arrivo di Enrico Borghi dal Pd raggiunge la soglia minima. Si ferma a quattro parlamentari, invece, Azione che – ad esclusione di deroghe – dovrebbe traslocare nel gruppo Misto. Gli uffici di entrambi le Camere, però, sono in chiusura. «Potremmo fare una separazione politica nei prossimi giorni e poi ufficializzare le pratiche tecniche a settembre», azzarda un dirigente di Azione. Complicazioni di un divorzio d’estate.

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