Il caso del dossieraggio di vip e politici italiani, per il quale è stato messo sotto inchiesta un ufficiale della Guardia di Finanza, ha scosso i vertici del Paese. In un’intervista a La Stampa, l’ex Pd e attuale capogruppo al Senato di Iv Enrico Borghi ha parlato della delicata questione.
«Colpisce che si ipotizzi una attività di dossieraggio ai danni di livelli istituzionali costituzionali da parte di altri corpi dello Stato, e che tutto questo nasca dalla denuncia di un ministro importante come il titolare della Difesa».
«Il ministro Crosetto ha dichiarato che si voleva condizionare la formazione del governo. E’ un’accusa pesantissima, che ci riporta alla stagione del tintinnar di sciabole se fosse vera. Chi e perché avrebbe voluto condizionare la formazione del governo? E’ vero, come dice Crosetto, che corpi dello Stato si sono mostrati infedeli? Tutte queste cose devono essere chiarite».
«Serve una grande operazione verità. Per assecondare l’antipolitica si è varata una norma che fa diventare operazione sospetta ogni versamento a un partito superiore a 500 euro, e si diventa persone esposte politicamente con segnalazione alla Banca d’Italia se si superano i 15.000 euro di movimentazione bancaria. Tradotto: siamo tutti – per definizione di legge – sospettati».
Il Copasir dovrà occuparsi di questa vicenda? «Posso dirle che l’attenzione del comitato di cui faccio parte è costante su ogni vicenda che attiene alla sicurezza nazionale», risponde.
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