Azione e Italia Viva, la separazione dei gruppi parlamentari è sospesa: a settembre si vedrà
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Azione e Italia Viva, la separazione dei gruppi parlamentari è sospesa: a settembre si vedrà

ra Italia Viva e Azione permane una situazione di tensione. Tuttavia, la separazione dei gruppi parlamentari è momentaneamente in sospeso: l'annuncio formale della divisione

Azione e Italia Viva, la separazione dei gruppi parlamentari è sospesa: a settembre si vedrà
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5 Agosto 2023 - 23.03


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Tra Italia Viva e Azione permane una situazione di tensione. Tuttavia, la separazione dei gruppi parlamentari è momentaneamente in sospeso: l’annuncio formale della divisione, che si prevedeva per questo fine settimana, sembra destinato a rimanere in attesa per un po’ ancora. In effetti, tra i parlamentari dei team di Matteo Renzi e Carlo Calenda, circolano messaggi su WhatsApp del tipo “Ci vediamo a settembre”, che non costituiscono una minaccia, nonostante il clima rimanga teso.

In apparenza, le posizioni non sono concilianti: in Azione, alcuni fanno notare che l’idea di scissione del gruppo è stata sollevata da Italia Viva e che l’annuncio di un ultimatum era emerso da questa parte. Dall’altro lato, in Italia Viva, si sostiene che la decisione cruciale verrà presa da Azione in merito all’alleanza per le elezioni europee.

Questo aspetto politico si intreccia con questioni di natura pratica, in quanto c’è un problema legato al simbolo e alla rappresentanza elettorale. Alle elezioni europee, infatti, Italia Viva e Azione si erano presentate insieme, e la separazione dei gruppi a Montecitorio e a Palazzo Madama non è automatica. Questo ha riflessi anche sul fronte numerico. Con alcune deroghe, alla Camera sia Italia Viva (con dieci deputati) che Azione (con undici) potrebbero avere la possibilità di formare gruppi separati. Al Senato, la situazione è più complicata: Azione, con i suoi quattro parlamentari, avrebbe difficoltà a costituire un gruppo autonomo, ma lo stesso vale per Italia Viva, che ne ha sei. Rompere gruppi senza riuscire a crearne di nuovi avrebbe conseguenze sulla visibilità e sulle risorse a disposizione.

Inoltre, l’analisi della situazione non è semplice senza prendere in considerazione tutte le variabili. Il progetto abortito di un Terzo polo aveva rappresentato un legame per molti parlamentari, e in caso di scissione dei gruppi, non è garantito che tutti rimangano al loro posto.

Attualmente, non risultano convocazioni dei parlamentari per discutere della scissione né comunicazioni ufficiali da parte dei capigruppo che indichino una rottura. Gli umori tra i membri dei due schieramenti sono mutevoli. In Azione, sembra prevalere l’idea che Italia Viva romperà prima o poi: “Io sono stato trascinato in questa discussione. Se Renzi vuole uscire dai gruppi, può fare come crede”, ha dichiarato Calenda nelle ultime ore.

Dall’altra parte, in Italia Viva si sottolineano le divergenze politiche emerse recentemente rispetto ad Azione: ad esempio, sulla proposta di Renzi di eleggere direttamente il primo ministro, sulla Commissione d’inchiesta Covid e sul salario minimo. Questi attriti hanno portato a reciproche accuse: secondo Azione, Italia Viva sta avvicinandosi troppo al centrodestra, mentre secondo Italia Viva, Azione si sta troppo avvicinando al PD.

Tuttavia, sembra che queste differenze possano essere colmate con il tempo e ulteriori chiarimenti. La questione più spinosa riguarda l’alleanza per le elezioni europee: “Sulla carta, insieme rappresentiamo il 10%, e questo potrebbe renderci decisivi nell’equilibrio dell’UE”, ha riflettuto un esponente di Italia Viva. “Se invece andiamo ognuno per conto proprio, rischiamo l’irrilevanza”.

In Azione, prevale un atteggiamento più attendista, con l’idea che si discuterà di elezioni e di lista quando sarà il momento opportuno. Questo argomento ha implicazioni anche a livello internazionale, considerando le alleanze con i partiti di altri Paesi, soprattutto con quello francese di Macron.

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