Un derby tra reazionari, visto che Giorgia Meloni ha costruito le sue fortune elettorali attaccando da destra Salvini quando lei era all’opposizione e il leghista sosteneva il governo Draghi, adesso capitan Nutella anche se sta al governo di fatto attacca la Meloni da destra prendendo le parti del generale sanzionato da Crosetto.
Quindi Matteo Salvini è intervenuto sul caso Vannacci, il generale dell’esercito al centro delle polemiche per i contenuti di un suo libro autoprodotto, da molti ritenuti omofobi e sessisti.
“Mi rifiuto di pensare che in Italia ci sia un grande fratello che ti dice cosa puoi leggere e cosa no”, afferma il vicepremier nel corso di una diretta Facebook. “Vannacci – aggiunge – deve essere giudicato per quello che fa in servizio, poi se scrive qualcosa che non ha niente a che fare con i segreti di Stato, esprime dei suoi pensieri nero su bianco, penso che abbia il dovere e il diritto di farlo”. Fonti della Lega riferiscono di una telefonata “molto cordiale” intercorsa tra Salvini e il generale.
“Qualcuno condanna senza aver letto, no condanne al rogo”
“Quando andavo al liceo – ha raccontato Salvini – ho letto ‘Il manuale del guerrigliero’ di Ernesto Che Guevara, come tanti sedicenni avranno fatto anche se non è esattamente il ‘Piccolo principe’, qualcosa che viene consigliato negli educandati ma io sono curioso e quindi” leggero’ “il libro di questo generale, che ha fatto missioni in Somalia, in Iraq, in Afghanistan, che ha salvato vite, che ha difeso la patria, il Paese, la bandiera, i suoi ragazzi, che aprì dei dossier e fece delle denunce sull’uranio impoverito”.
“Cercherò qualche ora – ha insistito Salvini – per leggere qualcosa che molti, a partire da alcuni giornalisti di sinistra, hanno commentato e condannato senza aver letto tutto. Facile estrapolare alcune frasi. Poi potrò essere d’accordo, in disaccordo, parzialmente, totalmente però la condanna al rogo a mo’ di Giordano Bruno nell’Italia moderna e solidale del 2023 non mi sembra assolutamente ragionevole. Quindi, andrò a leggere lo scritto del generale e prima di condannare al rogo o chiedere l’abiura galileiana a qualcuno è giusto capire di cosa si sta parlando”, ha concluso.
Ogni riferimento a Guido Crosetto era voluto. E lo strappo politico resta.
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