Enrico Borghi, presidente del Gruppo Azione-Italia Viva al Senato, in una intervista ad Affaritaliani.it ha parlato del progetto centrista di Matteo Renzi e delle possibilità dopo la probabile caduta di Forza Italia.
«Noi riteniamo che si debba dare vita ad un centro riformista, aperto al contributo di molti. A chi dice che siamo velleitari, rispondo che Blair, Obama, Clinton sono stati riformisti che governavano dal centro, come lo sono oggi Macron o Biden. E non ci arrendiamo all’idea che il futuro italiano sia solo tra gli epigoni cisalpini di Madame Le Pen o Jean Luc Melenchon. Forza Italia? C’è dialogo, ma Tajani è sotto il tacco di Giorgia Meloni».
«Il centro riformista cui pensiamo non è né la riedizione del galleggiamento doroteo della Prima Repubblica, né la terza scelta dopo il nazionalismo di destra e il populismo radicale di sinistra. Per questo serve una forza politica che riprenda al tempo stesso il concetto dell’equilibrio e della maturità di governo unita ad un processo riformatore per sbloccare l’Italia dalle secche dove si è infilata».
«I riformisti dei vari schieramenti – aggiunge il senatore di Italia Viva – sono silenziati e messi sotto scacco. Può durare una situazione simile? Noi pensiamo che nel Paese esista la domanda di una politica diversa rispetto a chi gioca a spararla sempre più alta, trascinando in ciò il Paese nella palude, come si vedrà bene nella prossima legge dì bilancio».