Il caos del Pd in Liguria, con 31 amministratori esponenti che hanno lasciato i dem per spostarsi in Azione, impone una riflessione alla dirigenza nazionale. «Sono amareggiato» ha riferito Alessandro Alfieri all’AdnKronos. «Con molti di loro abbiamo fatto insieme battaglie sin dalla fondazione del Partito democratico».
«A mio avviso sbagliano. Le battaglie si debbono fare dentro il Pd. Questa è la casa che abbiamo contribuito a costruire. Dopodichè non si può far finta di niente. Si apra una riflessione per far sentire tutti a casa nel momento in cui stiamo rafforzando il nostro impegno per contrastare le scelte sbagliate della destra».
Anche Lorenzo Guerini si è detto preoccupato. «Sono molto dispiaciuto dell`uscita di Pippo Rossetti e Cristina Lodi dal Partito Democratico. Rispetto la loro scelta anche se non la condivido. Ma forse è il caso di interrogarci tutti, a partire da chi ha le più alte responsabilità nel partito, di fronte a queste e altre uscite. Al netto delle motivazioni personali, c`è un disagio che sarebbe sbagliato ignorare. Ne va dell`identità e del progetto del Pd, comunità plurale e inclusiva cui tutti teniamo».
«Bisogna riflettere sul disagi»” che porta molti amministratori locali del Pd ad abbandonare il partito. Lo dice la la Vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno, commentando i 30 esponenti Pd liguri che hanno scelto di passare ad Azione.
«Ho letto con dispiacere e rammarico la notizia dell’addio di Pippo Rossetti e Cristina Lodi e di altri 29 tra dirigenti ed eletti del Pd che in Liguria sono transitati in Azione; pur non condividendone le ragioni e le modalità, occorre riflettere con attenzione e cura sul disagio che sta investendo un numero notevole di amministratori locali e settori importanti del nostro elettorato».
«Personalmente considero da sempre il Pd un partito plurale e con regole democratiche certe, tanto da considerare tutte le scissioni e gli addii come una ferita profonda e non rimarginabile, ma il disagio non va banalizzato o liquidato. Dobbiamo interrogarci su quello che sta accadendo per continuare ad essere, come siamo sempre stati, una comunità politica inclusiva e plurale».