La sparata sulla “difesa di Dio” di Giorgia Meloni continua a far discutere. La natura laica dello Stato italiano non può essere messa in discussione da una comunicazione fatta di propaganda ed estremismi. Stefano Bonaccini, presidente del Pd e governatore dell’Emilia Romagna, commenta così l’accaduto.
«La prima domanda da fare a Giorgia Meloni è se le piace quel tipo di democrazia», alla Orban. A Meloni bisogna chiedere come si conciliano gli interessi nazionali con «Orban filorusso e con i bombardamenti in Ucraina».
La presidente del Consiglio è «a favore delle democrazie liberali o di quelle illiberali che mettono addirittura in discussione la tripartizione dei poteri? Da che parte vuole stare Giorgia Meloni? Con l’Ungheria di Orban o con le grandi democrazie occidentali e liberali? Il punto è qui, non è nelle altre cose che vanno bene in un comizio ma che non risolvono i problemi. Se ti sposti con Visegrad rischi di creare un danno nelle relazioni con le grandi democrazie e non credo che questo sarebbe un beneficio per l’Italia»,
Meloni ha scelto di lasciare Francia e la Germania per Visegrad? «Sì, perché andando verso le elezioni europee sente la pressione della Lega sul fronte sovranista», osserva Bonaccini. A questo si aggiunge, secondo il presidente dell’Emilia-Romagna, «il fatto che stanno fallendo rispetto alla narrazione che avevano costruito sul blocco degli sbarchi e la chiusura dei porti con una gestione dell’immigrazione improvvisata, avendo scommesso che non ci sarebbe stata un’ondata drammatica come questa. Questo elemento per i loro elettori è un problema».
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