Sarà piazza del Popolo a Roma, una delle più grandi della Capitale, ad accogliere la prima manifestazione del Pd contro il governo, l’11 novembre. E la prima per Elly Schlein alla guida del partito. La leader sceglie il salone dei Cinquecento, cuore di Palazzo vecchio a Firenze, per annunciarlo. E rilanciare così le battaglie dei Dem, dalla sanità pubblica al salario minimo, su cui lo scontro con la maggioranza potrebbe scoppiare di nuovo a Montecitorio la prossima settimana. Ma soprattutto Schlein invita alla protesta «chiunque vuole costruire un’alternativa alle politiche sbagliate del governo Meloni». E se si tratterà di «contrastare le politiche di questo esecutivo» il M5s ci sarà, ha assicurato Giuseppe Conte.
Anche lui sale sul palco della festa del Foglio a Firenze. È uno dei leader che si avvicendano per tutto il giorno, oltre ai 7 ministri invitati e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Alla maratona organizzata dal quotidiano ci sono pure comici e scrittrici. A metà mattina tocca a Schlein. Al direttore Claudio Cerasa rivela che tornerà nella piazza romana scelta indifferentemente da destra e sinistra. Un anno fa era lì alla chiusura della campagna elettorale e ora, da timoniera del partito, alza le aspettative sulla prima manifestazione targata Pd: «Sarà l’occasione – promette – per dimostrare che c’è un’altra Italia che si batte per i salari e per non dismettere la sanità pubblica che questo governo sta tagliando». Accusa l’esecutivo di «essersi accorciato da solo la coperta della manovra» attraverso «mance corporative e 14 condoni» e tagliando la sanità pubblica, a cui servirebbero «7 miliardi solo per garantire lo stesso livello di spesa del 2023 che era stato già ridotto». Altro fronte caldo è il salario minimo. Mercoledì il disegno di legge è atteso nell’aula della Camera, ma la maggioranza proverà a stopparlo chiedendo che torni in commissione, forte della recente bocciatura del Cnel.
Battaglie in parte condivise con il M5s. Ma nel capoluogo toscano i leader dei due partiti non si incrociano, essendo in programma a più di un’ora di distanza fra loro. Schlein non saluta nemmeno il governatore campano Vincenzo De Luca che è ancora nel salone al suo arrivo, e protagonista fino a pochi minuti prima dell’ennesimo attacco a un partito «concentrato di cafoni e presuntuosi» – dice – che lo osteggia sul terzo mandato. Tra Conte e Schlein, invece, la schermaglia si consuma sulla guerra. L’ex premier suggerisce a Schlein di vedere `Full metal jacket´ di Kubrich perché – spiega – «Letta ha messo l’elmetto al Pd ed Elly non ha avuto il coraggio di toglierlo». Il riferimento è alla guerra in primis in Ucraina, che ha diviso i due partiti rispetto al sostegno a Kiev, e ora alla crisi in Medioriente. «Io capisco – replica a distanza Schlein – che ci sono in vista delle elezioni europee ma da parte del Pd noi non perderemo un minuto in polemiche sterili».
Conte da parte sua ribadisce più volte la condanna ad Hamas «senza se e senza ma» e anche «il diritto di Israele a esistere». Ma se c’è «qualcuno – aggiunge – che pensa che questa reazione possa svilupparsi accantonando il diritto internazionale e umanitario, dico che, allo stesso modo, Israele servirà male la sua causa. Dopodichè, garantisce, «se mi devo ritrovare a manifestazioni in cui ambiguamente ci sono fiancheggiatori di Hamas, io non potrò mai partecipare». (
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