Secondo Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, il governo Meloni ha attuato misure insufficienti per limitare le liste d’attesa nella Sanità pubblica. «Servono riforme coraggiose. Riguardo l’abbattimento delle liste di attesa la Manovra propone misure per risolvere i sintomi, senza curare la malattia».
Gli interventi previsti «appaiono insufficienti per tre ragioni. Innanzitutto al di là delle dichiarazioni d’intenti, non s’intravedono coraggiose riforme per monitorare e ridurre l’inappropriatezza delle prescrizioni mediche. In secondo luogo, si potenzia l’offerta con interventi dove il `collo di bottiglia´ sono sempre i professionisti sanitari: rifinanziamento dei Piani operativi regionali per il recupero delle liste di attesa; incentivi economici a medici e infermieri già allo stremo per carenza degli organici e peggioramento delle condizioni lavorative; innalzamento del tetto di spesa per gli acquisti di prestazioni dal privato. Infine, non c’è alcun richiamo all’inderogabile aggiornamento del Piano nazionale governo liste di Attesa, scaduto nel 2021».
«Il progressivo innalzamento del tetto di spesa per gli acquisti di prestazioni dal privato viene definito come incremento percentuale rispetto alla spesa consuntivata nel 2011. Una modalità che finirà inevitabilmente per favorire le Regioni che già 12 anni fa acquistavano più prestazioni dal privato».
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