Lo scherzo telefonico nel quale è caduta Giorgia Meloni, a opera di due comici russi, espone ancora una volta l’Italia a una figuraccia internazionale per colpa della destra di governo. E’ l’opinione di Alessandro Alfieri, capogruppo del Pd in commissioni Esteri al Senato. «Soprattutto in una fase delicata come questa, di instabilità nel quadro internazionale, serve la massima cautela nel verificare gli interlocutori con cui parla la presidente del consiglio. Non basta dire siamo stati ingannati da impostori. Serve innalzare il livello dei controlli e tenere alta l’attenzione per non ripetere errori simili. Non possiamo permetterci di rischiare la nostra credibilità internazionale con gaffe di questo genere».
Anche Angelo Bonelli è sulla stessa lunghezza d’onda. «Sembra l’inizio di una barzelletta `c’erano un russo, un africano e un italiano…´ ma purtroppo è la triste realtà e l’italiana era proprio la premier Meloni. Mi chiedo come sia possibile che uno sconosciuto chiami il centralino di palazzo Chigi spacciandosi per un politico africano, si faccia passare la premier Meloni e conversi amabilmente con lei di politica estera e altro».
«Che vergogna! Quanto accaduto è lo specchio di come l’Italia è gestita, ovvero in modo approssimativo e imbarazzante, alla stessa maniera di come viene gestita l’organizzazione di Palazzo Chigi. Meloni ingannata da due comici russi allo stesso modo di come lei inganna gli italiani da un anno al governo. Come può stare tranquillo il paese se abbiamo una premier che risponde a sconosciuti e si fa prendere in giro da tutto il mondo, trasformando il governo e lei stessa in una barzelletta?».
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