Carlo Calenda, leader di Azione, in un’intervista al Corriere della Sera ha parlato della riforma costituzionale proposta dal governo Meloni. Contrario ai contenuti fondamentali del cosiddetto premierato, Calenda ha però teso una mano a Giorgia Meloni proponendole una nuova strada.
”La riforma Casellati? La prima cosa che mi salta agli occhi è il fatto che teoricamente una coalizione che prende il 30 per cento va al governo con un maxi premio di maggioranza”.
“Ma al di là di tutte le obiezioni (e sono molte) che possono essere sollevate su questa riforma, il problema di fondo è un altro. In Italia ci sono tre cose che non funzionano: il ruolo del Parlamento, cioè il bicameralismo, il federalismo e la pubblica amministrazione. E questa riforma parla d’altro, non riguarda il buon funzionamento dello Stato. È una legge che riscrive le regole di un gioco di società tutto interno alla politica. Ciò premesso, mi sento di dire a Giorgia Meloni: perché non lavoriamo piuttosto sul modello tedesco? Si tratta di un modello molto consolidato e che, dal ‘90, ha prodotto quattro cancellieri invece dei nostri quattordici presidenti del Consiglio, e dieci governi invece dei nostri ventidue esecutivi.
Invece di andarci a inventare dei modelli mai visti e mai sperimentati nel mondo, perché non possiamo optare per quello che, peraltro, dà anche il potere al cancelliere di scegliersi i ministri?. Oggi il presidente della Repubblica è legittimato dall’elezione parlamentare come il premier e ha il potere, con la sua moral suasion, di evitare o arginare gli errori compiuti dalla politica. Inoltre gioca un ruolo da arbitro. Tutto questo con la riforma non ci sarebbe più e si aprirebbe la strada a una serie di continui conflitti”. Il centrodestra porterà veramente avanti questa riforma? “Certo, perché è una grande arma di distrazione di massa. Il governo non riesce a occuparsi dei problemi veri del nostro Paese, la politica industriale, il Pnrr… e quindi la butta, per così dire, in caciara”, aggiunge.
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