Migranti, il M5s attacca il patto Meloni-Albania: "E' uno spot che non risolve il problema"
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Migranti, il M5s attacca il patto Meloni-Albania: "E' uno spot che non risolve il problema"

Il M5s contro il patto siglato da Giorgia Meloni in Albania: «I bambini accompagnati dal solo padre verranno separati? E chi valuterà la maggior età dei ragazzi?».

Migranti, il M5s attacca il patto Meloni-Albania: "E' uno spot che non risolve il problema"
Giorgia Meloni
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7 Novembre 2023 - 14.25


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I parlamentari del Movimento cinque stelle delle commissioni Politiche Ue di Camera e Senato Elisa Scutellà, Filippo Scerra, Bruno Raffaele, Pietro Lorefice e Dolores Bevilacqua si uniscono al coro unanime dell’opposizione per condannare l’accordo siglato da Giorgia Meloni in Albania sulla pelle dei migranti.

«Meloni nasconde la polvere della sua fallimentare politica migratoria sotto il tappeto albanese, lanciando l’ennesimo spot che non risolvere il problema. Dopo essersi resa conto che non si possono fare i bocchi navali e che non si può riempire l’Italia di Cpr, un’altra idea geniale: spedire tutti i richiedenti asilo maggiorenni soccorsi in mare dalle navi governative italiane in due hotspot extraterritoriali in Albania a gestione italiana. I bambini accompagnati dal solo padre verranno separati? E chi valuterà la maggior età dei ragazzi?».

«Ma soprattutto, che fine faranno le migliaia di migranti che in Albania vedranno respinta la loro richiesta di asilo o protezione internazionale? A giudicare dalle dichiarazioni del premier albanese Edi Rama, e com’è ovvio che sia, questo resta un problema dell’Italia. Italia che oggi riesce a rimpatriare solo poche decine di migranti l’anno (56 da gennaio) per mancanza di accordi con i Paesi di provenienza».

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«Quindi alla fine l’Italia dovrà riprendersi dall’Albania tutti i migranti in attesa di rimpatrio, senza nessuna differenza rispetto ad oggi. Meloni si inventa soluzioni che non risolvono nulla, invece di fare l’unica cosa necessaria: lavorare su accordi europei di rimpatrio, su vie legali d’accesso in Europa con pre-selezione delle domande nei Paesi d’origine e distribuzione alla fonte e, in attesa di questo, su un meccanismo strutturale e obbligatorio di ricollocamento europeo. Tutto il resto significa prendere in giro gli italiani e lascare sull’Italia il peso della gestione dei flussi migratori». 

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