Le minacce ai lavoratori, le riforme costituzionali, sono solo due delle ultime armi di distrazioni che il governo Meloni sta lanciando per provare ad alzare una cortina di fumo intorno alle enormi mancanze e agli errori che la destra sta presentando al Paese. La Manovra è una di questi, e Angelo Bonelli di Avs ne sottolinea la pochezza.
«Il Ministro Giorgetti conferma che le previsioni di Bankitalia sono veritiere, ovvero stime al ribasso per l’economia nel 2024. L’obiettivo di crescita per l’anno in corso, come delineato nel Documento Programmatico di Bilancio, potrebbe essere soggetto a una revisione al ribasso. Pertanto, i dati contenuti nella NADEF appena approvata devono essere riesaminati. Sorge spontanea una domanda: quali sono i dati realistici? Quelli descritti nella NADEF o quelli che emergono giorno dopo giorno? Riguardo al deficit del 2024, si raggiungerà realmente il 4,3%, come previsto dalla Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, o anche questa cifra sarà rivista al rialzo?».
«Il Governo – prosegue – non ha raccontato la verità e giocato sui numeri della natura economia. L’unica certezza è che la manovra di bilancio, invece di attingere ai miliardi di extraprofitti accumulati dalle compagnie elettriche, dalle assicurazioni e dalle banche, graverà sulle spalle delle famiglie italiane. Ciò accade perché aumenta le tasse, innalza l’Iva su prodotti come il latte in polvere e i pannolini per neonati, riduce le pensioni ai dipendenti pubblici e non effettua gli investimenti necessari per affrontare la crisi climatica».
«Il trasporto pubblico è al collasso, ma invece di investire in questo settore, per i desideri di Salvini si prevede di spendere 12 miliardi di euro per il ponte sullo Stretto di Messina. Per non parlare del PNRR: di recente, la Corte dei Conti ha lanciato un allarme, evidenziando che la spesa per gli investimenti è solo al 7%, il che significa che nel prossimo biennio si dovrà spendere il restante 90%. I capitoli legati alla transizione ecologica sono ancora fermi allo 0%. Giorgia Meloni continua a privilegiare la difesa degli interessi dei poteri forti – banche, assicurazioni e compagnie energia – invece delle famiglie e imprese italiane», conclude.
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