Arturo Scotto, capogruppo dem in commissione Lavoro alla Camera, ai microfoni di Radio Immagina ha parlato dello stop della maggioranza di destra all’introduzione del salario minimo, proposto dalle forze di opposizione. «Sono incazzato e deluso, ma ovviamente non rassegnato».
«Mi sarei aspettato un atteggiamento diverso, di ascolto, almeno una controproposta e non una delega-monstre che cancella il salario minimo persino come nome, nega l’introduzione di una soglia e diventa anche peggiorativa della situazione attuale nel riferimento ai contratti più diffusi e non ai più rappresentativi, aprendo di fatto la porta alla contrattazione pirata e all’abominio delle gabbie salariali».
«Un disegno che riporta il Paese a prima dello Statuto dei lavoratori del 1970, rivelando la `nostalgia canaglia´ della destra verso il sindacalismo corporativista, subalterno al governo e allergico al conflitto sociale, dimostrato anche attraverso l’attacco al diritto di sciopero della destra al governo».
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