Una situazione assurda quella dei colleghi dell’agenzia di stampa Dire, ‘usati’ dal proprio editore per chiedere la riattivazione dei contributi all’editoria al governo. Dopo i 14 licenziamenti arrivati a Natale, nella notte dell’ultimo dell’anno per altri 17 giornalisti sono arrivate le lettere di sospensione – un provvedimento che legalmente non significa nulla.
Nel pomeriggio di lunedì 8 gennaio, i giornalisti hanno effettuato un presidio sotto la sede della redazione, in Corso d’Italia a Roma. “Un atto gravissimo e senza alcun precedente e fondamento giuridico” dice Alessandra Fabbretti, membro del Cdr.
Questo il comunicato del Cdr dell’Agenzia Dire: “Il 29 dicembre il Governo ha sospeso in modo improvviso e dirompente i fondi del Dipartimento per l’Editoria facendo seguito al fermo giudiziario amministrativo disposto dal Ministero dell’istruzione e del Merito nei confronti della Com.e, in riferimento alla vicenda giudiziaria che investe la precedente proprietà”.
“Alla luce di quanto accaduto tutto il corpo redazionale dell’agenzia Dire chiede di mantenere alta l’attenzione su ciò che sta accadendo all’Agenzia, e alla politica tutta di mettere in atto tutto quanto possa contribuire alla salvaguardia dei livelli occupazionali e della storia dell’Agenzia stessa. Non possono essere i lavoratori della Dire a pagare gli errori delle proprietà che si sono succedute negli ultimi anni”.
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