Laura Boldrini fa appello al governo Meloni per alzare la voce e prendere una netta posizione nei confronti di quanto accade quotidianamente in Iran, dove i diritti civili e umani vengono calpestati dal regime degli Ayatollah. L’esponente del Pd ha concentrato il proprio discorso sugli stupri che donne, uomini e minori subiscono ogni giorno come forma di repressione.
«Lo stupro come arma di repressione del dissenso e della protesta di donne, uomini e perfino minori che in Iran, da tempo, si battono per la libertà e i diritti di tutte e tutti contro un regime teocratico e totalitario. Oggi, al Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo che presiedo, abbiamo audito la dottoressa Annunziata Marinari, coordinatrice campagne per Amnesty International Italia e la dottoressa Francesca Loffari, institutional affairs senior officer per la stessa Amnesty International Italia. Entrambe ci hanno riferito i contenuti del rapporto di Amnesty Italia che raccoglie le testimonianze, dettagliate e terribili, di chi quelle violenze le ha subite dopo essere stato arrestato in seguito ad una manifestazione».
«Le ragazze trascinate per i capelli dentro i furgoni e stuprate direttamente nei veicoli con qualsiasi cosa a disposizione: manganelli, tubi di gomma, bottiglie. E ai ragazzi non tocca una sorte diversa. Le torture continuano poi nei luoghi di detenzione senza che le vittime possano in alcun modo difendersi. La vittima più giovane di cui è stata raccolta la testimonianza ha 12 anni. Un orrore davanti al quale non si può restare in silenzio se non se ne vuol essere complici».
«Il Comitato diritti umani si è già occupato di quello che accade in Iran con le audizioni delle attiviste di Donna, vita, libertà e di Taghi Rahmani, marito del premio Nobel per la Pace Narges Mohammadi, più volte arrestata e tuttora detenuta a Teheran con una condanna a 11 anni di prigione per essersi ribellata al regime», dice ancora Boldrini.
«Come Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo ci siamo impegnati a lavorare ad un atto parlamentare tale da spingere il governo a impegnarsi per rimettere in discussione i nostri accordi commerciali con l’Iran, la vendita di armi alla repubblica islamica e a non normalizzare, di fatto legittimando, quello che accade in quel Paese».
«Come si possono intrattenere regolari rapporti davanti a questa situazione? Ogni Stato deve fare la sua parte perché i diritti umani fondamentali, e tra questi quello di espressione e di manifestazione pacifica, vengano rispettati e perché si metta fine agli stupri, alle torture e alle detenzioni arbitrarie», conclude l’esponente Pd.