Marcello Pera, professore di filosofia ed ex presidente del Senato con la destra, intervistato dall’AdnKronos ha bocciato platealmente la riforma del cosiddetto premierato proposta dal governo Meloni.
«Questo non è premierato, questo è solo un pasticcio, spero che Meloni e gli altri leader lo riscrivano, perché siamo di fronte a un testo inaccettabile. Siamo di fronte a un testo così confuso, scritto così male che nessuno riesce a capirlo, neanche chi lo ha scritto».
«Ma c’è di più, già il premier eletto è un problema: cioè c’è un presidente `eletto´ la domenica che il lunedì diventa già presidente `incaricato´, c’è una differenza non da poco» siamo di fronte a «una cosa che non esiste neanche nella Costituzione attuale».
E anche il riferimento alla legge elettorale nella Costituzione, sebbene sia stato sfumato, non convince. E sulla possibile sfiducia al secondo premier? «Bella domanda se viene sfiduciato pure lui si vota, si vota… Ma veramente neanche questo si capisce…».
Bocciato pure l’emendamento all’art. 4 dove si legge che la «revoca della fiducia» al premier avviene «mediante mozione motivata da parte di una delle due Camere». «Ma cos’è questa cosa?», si domanda Pera: «Come è pensabile che la maggioranza faccia una mozione motivata per sfiduciare il suo premier?».
Non ci sono critiche invece per altre parti modificate. In linea con il premierato aver aggiunto tra i poteri del premier anche quello di revoca dei ministri: «Questo per me va bene», dice Pera. Bene pure il limite dei due mandati pieni per il capo del governo eletto («E’ una cosa che si può accettare»). Adesso si attende il via libera dei leader, il tavolo con Meloni, Salvini e Tajani: «Sono in curiosa attesa, voglio capire come ne escono. Spero che lo correggano, perché così com’è non è proprio digeribile», conclude il senatore di Lucca.
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