La disastrosa riforma del cosiddetto premierato continua il suo iter, subissato di emendamenti dall’opposizione – e anche dal governo. Il senatore del Pd Dario Parrini, vicepresidente della commissione Affari costituzionali a Palazzo Madama, ne ha diffusamente parlato.
«Il progetto di premierato portato avanti dalla destra non ha niente di salvabile e va contrastato senza se e senza ma. Lo abbiamo già detto mille volte e lo ripetiamo in queste ore: è del tutto impossibile qualsiasi dialogo, disgelo o avvicinamento tra maggioranza e opposizione sulle riforme istituzionali finché il governo mantiene in campo l’elezione diretta del premier, un meccanismo senza eguali nel mondo democratico, contrario allo spirito di fondo della nostra Costituzione».
«L’elezione diretta del premier consegna troppo potere e troppa forza nelle mani di una sola persona e crea gravi squilibri e rigidità nella nostra forma di governo, intaccando la dignità e le prerogative del Presidente della Repubblica e del Parlamento. Il quale, anche a causa del modo in cui sarà eletto, viene completamente reso servo del potere esecutivo, come non accade in nessun Paese occidentale.
«La nostra proposta di miglioramento dell’efficienza degli assetti istituzionali del Paese va in tutt’altra direzione: puntiamo a rafforzare il sistema parlamentare nel solco del modello tedesco del cancellierato (che peraltro presenta i livelli più alti di stabilità governativa in Europa), cercando contemporaneamente di innovare e potenziare il ruolo del Parlamento tramite l’utilizzo del voto a camere riunite sulle questioni di maggior rilievo e l’adozione di nome finalizzate a eliminare l’abuso di decreti legge e voti di fiducia e a incrementare i diritti costituzionali delle minoranze».
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