Anche Pierferdinando Casini si schiera contro Benjamin Netanyahu, pur ribadendo la propria vicinanza allo Stato d’Israele. Intervistato da La Stampa, l’ex presidente della Camera ha parlato della drammatica situazione che si sta vivendo in Palestina, per l’aggressione israeliana che va avanti da ormai 4 mesi.
«Io amo Israele, ma dissento dalle politiche del governo Netanyahu che ha gravissime responsabilità. Basta avallare la politica di Netanyahu». Le prove di dialogo tra Pd e maggioranza «un fatto positivo . La politica estera, per quanto possibile, deve stare al riparo delle turbolenze della politica nazionale».
Amare Israele «come io e noi lo amiamo non può interdirci dal dire che la questione palestinese è un buco nero nelle nostre coscienze. Abbiamo parlato di due popoli e due Stati e non abbiamo detto nulla degli insediamenti israeliani che hanno spezzato la continuità territoriale in Cisgiordania. Insediamenti illegali che il governo Netanyahu ha aumentato e incentivato».
Mai confondere «Hamas con la Palestina, ma abbiamo avallato la politica di Netanyahu che è stata quella di indebolire l’Anp. Due popoli e due Stati è un formula vuota o reale? Perché se è reale non possiamo consentite gli insediamenti nei territori occupati». Casini propone di «rilanciare davvero la politica due popoli due stati e un cambiamento dell’Anp: penso per esempio a Marwan Barghuthi come personalità nuova. Altrimenti regaliamo la questione palestinese ad Hamas che agisce per conto dell’Iran e probabilmente della Russia».
Fra i temi dell’intervista anche la campagna elettorale americana: «Abbiamo un presidente che io ritengo abbia fatto bene, ma che viene percepito in gran parte inadatto a governare perché troppo vecchio. Dall’altra parte c’è un signore, quasi coetaneo, che trasmette maggiore vitalità ma che mette sul tavolo questioni che fanno presagire un futuro del terrore. Basti pensare alle parole sulla Nato».