Elly Schlein ha deciso di spendersi in prima persona per la candidatura a presidente della Regione Sardegna di Alessandra Todde, un primo importante passo verso l’alleanza con il M5s. In un’intervista al Manifesto, la segretaria dem ha spiegato la strategia.
«L’ho fatto perché la conosco da tempo e la stimo, la sento come una candidata pienamente nostra. Come ha detto Bersani è un perfetto mix tra sardità e innovazione: non è stata imposta da accordi romani, ho grande rispetto per l’autonomia dei sardi. Ma non stiamo imponendo nomi o metodi neppure nelle altre realtà: ogni territorio ha una storia a sè».
«Sono sempre stata allergica all’idea che le sfide locali diventino laboratori nazionali. E resto di questa idea. Non c’è in gioco il mio futuro, o quello delle opposizioni, ma dei sardi».
Meloni dice che si vuol fare della Sardegna una `cavia del campo largo´: «Semmai sono loro ad aver fatto un test muscolare sulla pelle dei sardi, è lei che ha silurato il governatore uscente Solinas per imporre il suo candidato Truzzu che ha fatto disastri da sindaco di Cagliari. Si sono presentati tutti insieme sul palco, confermando che il loro è un matrimonio forzato dal potere, sono capaci di accordarsi solo sulla spartizione delle poltrone».
«Per noi è più difficile perché cerchiamo convergenze sulle idee per il futuro, partendo dalle diversità che ci sono cerchiamo di costruire un cammino comune. Così è stato in Sardegna, e sono d’accordo con Todde che ha deciso di chiudere la campagna senza leader nazionali: è una battaglia per il futuro della Sardegna».
«Todde ha messo al centro temi come il lavoro, la sanità pubblica, il carovita, la mobilità e la continuità territoriale. Un pensionato mi ha detto che il figlio che vive in Umbria non riesce quasi mai a tornare a casa per i costi: ecco, i sardi devono potersi spostare 12 mesi l’anno e non solo d’estate. Il ministro delle Infrastrutture Salvini va a Cagliari a fare comizi, ma cosa ha fatto per migliorare questa situazione? Ho preso il treno che attraversa l’isola e sembra una ferrovia dell’800».
Una cosa l’ha colpita del comizio dei leader del centrodestra: «non hanno portato un solo risultato da rivendicare dopo 5 anni di governo». Quanto alla critica sull’antifascismo: «Accanto ai progetti ci sono anche i valori, e giustamente: noi siamo antifascisti come la Costituzione su cui Meloni e suoi ministri hanno giurato: forse dovrebbero ricordarselo».
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