Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, nel corso dell’incontro con il governo a palazzo Chigi sul tema della sicurezza sul lavoro ha toccato diversi temi caldi. «Giudichiamo totalmente inadeguato il metodo di confronto e chiediamo di avviare una vera trattativa per realizzare un piano nazionale di prevenzione e protezione della salute e sicurezza».
«Abbiamo richiesto di reintrodurre per decreto la parità di trattamento economico e normativo per i lavoratori in tutti gli appalti pubblici e privati indipendentemente dall’impresa in cui sono dipendenti, cancellata nel 2003 estendendo e migliorando così le tutele previste dal codice degli appalti ora solo per il pubblico».
Landini ha poi chiesto «la patente a punti per determinare l’accesso delle imprese alle gare d’appalto pubblici e privati, l’obbligo del cartellino identificativo per l’ingresso nei cantieri, e la costruzione di un libretto digitalizzato delle imprese che registri investimenti sulla sicurezza ed infortuni». Bisogna poi «estendere il certificato di congruità della mano d’opera e dei tempi di realizzazione in tutti i cantieri ed in tutti i settori».
Servono inoltre «l’assunzione di ispettori del lavoro e nei servizi di medicina del lavoro territoriali, il superamento del sub appalto a cascata, e l’obbligo di formazione prima di essere adibito a mansioni lavorative». Il segretario della Cgil ha inoltre evidenziato la necessità di «estendere elezione rls e rafforzare il ruolo d’intervento anche verso i nuovi assunti, di abolire la legge Bossi-Fini che permette nei fatti lo sfruttamento dei lavoratori migranti, e di rafforzare le sanzioni anche penali verso le imprese che non rispettano le norme sulla sicurezza». Landini ha chiesto in ultimo di «non erogare incentivi o finanziamenti alle imprese che non rispettano norme e non applicano i corretti Contratti nazionali».
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