Pier Luigi Bersani, ex segretario del Pd, intervistato da La Stampa ha parlato delle recenti elezioni in Sardegna e dell’atteggiamento di Giorgia Meloni, che durante la campagna elettorale non ha perso occasione per mostrare la sua protervia ingiustificata.
«Meloni arrogante? Non c’è dubbio, ma non ci illudiamo, loro sono in grado di superare ogni divisione. Meloni è quella cultura lì. Non riesce a considerare tutti gli italiani come figli suoi. La destra ha sempre bisogno di un avversario, e quando non c’è, lo inventa».
«C’è un dibattito stucchevole sulla definizione campo largo o giusto, parole che non dicono nulla se non la divisione. Chiamiamolo campo dell’alternativa. Poi, quando saremo vicino alle politiche, troveremo un nome meno campestre. Andiamo bene nelle città, spesso perdiamo ancora nella Sardegna profonda, come nell’Italia profonda. La sinistra deve frequentare di più i bar».
«Bisogna fare come in Sardegna: trovare la candidatura giusta che interpreti questo mondo più largo, come ha saputo fare Todde». Conte o Schlein? «Ce lo dirà il popolo e non i media. Se si vuole fare un’alleanza, il punto di mediazione si trova. Se facciamo un passo avanti, è l’inizio di un problema serissimo per la destra. Se cincischiamo, sarà solo una battuta d’arresto, comunque non da poco. Ora tutti in Abruzzo, io andrò e sarò sul palco con Elly Schlein: nessuno stia a pettinare le bambole»
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