Angelo Bonelli, al ritorno da Rafah e proseguendo la permanenza in Egitto fino a oggi, con la delegazione dei parlamentari Avs, Pd, M5s, associazioni pacifiste e Ong, descrive così la drammatica situazione sulla Striscia di Gaza.
«Oggi, dopo il ritorno dal valico di Rafah al Cairo, ho avuto l’onore di incontrare rappresentanti della Mezzaluna Rossa Palestinese presso l’ospedale italiano e di ascoltare le storie toccanti di Suor Pina, che ci ha guidati attraverso la realtà vissuta dalle persone palestinesi ospitate nell’ospedale. A Gaza, il sistema sanitario è collassato, più di 120 ambulanze sono state distrutte e, su 36 ospedali, 24 sono stati obiettivi militari e oggi ne funzionano solo 12. I medici operano senza anestesia mentre i farmaci vengono bloccati nel valico di Rafah da Israele. Il 70-80% delle aree residenziali è stato distrutto».
«Ribadisco la richiesta di un cessate il fuoco immediato, che renderà necessario pianificare la costruzione di servizi sanitari minimi, ma è anche indispensabile aprire i valichi per gli aiuti umanitari perché l’arrivo di aiuti tramite airdropping risulta totalmente inefficiente».
«Suor Pina, che opera nell’ospedale italiano al Cairo, ci ha illustrato la situazione all’interno della struttura sanitaria, dove sono stati ospitati numerosi palestinesi, tra cui 15 bambini. Un bambino di 11 anni ha 14 pallottole nello stomaco. Ahmed, un bimbo di 3 anni, ha chiesto alla madre dove fosse la sua gamba dopo essersi svegliato dall’operazione di amputazione. Un simbolo della tragica realtà di molte vittime di questo conflitto».
«È chiaro che, prima di poter parlare di ricostruzione, bisognerà ricostruire le vite di più di 2 milioni di persone e restituire loro una forma di normalità. Un cessate il fuoco immediato e l’accesso agli aiuti umanitari rimangono richieste fondamentali: il Mondo non può rimanere indifferente rispetto a quello che avviene a Gaza».