Matteo Renzi, leader di Italia Viva, non perde occasione per attaccare il Pd e il centrosinistra, stavolta ha usato il caso dei dossieraggi per accusare quella che, un tempo, era la sua parte politica.
«Parlo per la mia esperienza personale: non volevano ricattarmi, ma più banalmente distruggermi. E con me hanno iniziato nel 2019 violando il database per avere informazioni sulla mia casa. Io ho sempre fatto le cose in regola e questo mi ha salvato dal punto di vista processuale e penale».
«Ma l’obiettivo non è solo quello di farti condannare: il primo obiettivo è quello di farti saltare i nervi, toglierti il sonno, distoglierti dal tuo impegno politico. Passi le giornate a organizzare come ribattere. E perdi serenità. Io sono stato aiutato dal mio carattere e dall’affetto di mia moglie e dei miei figli. Ma ormai con le nuove tecnologie violare il database significa violentarti la vita».
«Io non credo che ci sia una sorta di cupola. Ma so che chi voleva colpire un avversario prendendo informazioni sensibili poteva farlo grazie a questo sistema illegale e corrotto. Quello che mi colpisce è che le indagini sembrano indirizzate soprattutto contro avversari della sinistra giudiziaria. Questo fa male perché è indice di una cultura politica infetta».
«Paradossalmente se è vero quello che dice Cantone il sistema stavolta parte dai giornali e arriva ai finanzieri e alle procure. Si ribalta il percorso ma la sostanza non cambia: un rapporto indecente tra una parte della stampa e una parte della magistratura. Dossieropoli ha lo stesso meccanismo di Tangentopoli ma non facciamo di tutta l’erba un fascio. Cantone non è Turco. E Melillo, attuale procuratore antimafia, non è Cafiero de Raho, ex procuratore antimafia e adesso `casualmente´ deputato grillino».
«Oggi Crosetto rappresenta tutti gli italiani mentre gli estremisti Houthi attaccano le nostre navi militari nel mar Rosso. è ovvio che dovremmo tutti dare una mano per consentire a Crosetto di lavorare con la testa sgombra da pensieri e inquietudini personali. Invece, no. invece abbiamo un gruppo di servitori infedeli dello Stato e di giornalisti che viene accusato di violare la legge per creare difficoltà al ministro della Difesa in tempo di atti di guerra contro l’Italia. A me pare una follia».
«Fortunatamente Crosetto è un uomo con la testa sulle spalle. E come ho detto in Aula io sono un membro dell’opposizione ma sulla politica estera e di difesa sto con il mio Paese e dunque con il governo».
Potrebbero esserci influenze straniere sull’Italia? «Potrebbe, certo. Ma vedo più probabili interferenze interne. La verità è che stanno venendo al pettine i nodi di un sistema sbagliato basato su una collaborazione tra alcuni soggetti istituzionali e alcuni esponenti dell’informazione. Non penso ai servizi stranieri ma piuttosto a certi servizietti indigeni».
«Conte non può smentire la linea de Il Fatto Quotidiano e dei talk show che lo coccolano. E Schlein dovrebbe dare un segnale: visto che ha usato parole molto dure per questo scandalo, perché non caccia dalla segreteria quel Sandro Ruotolo che nella sua veste di parlamentare del Pd cercava di procurarsi delle carte coperte da segreto e riguardanti Palamara? E comunque, sarà un caso, le indagini su di me sono cominciate appena ho lasciato il Pd. Un caso, si capisce. è una cosa che mi fece notare per primo Silvio Berlusconi».
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