Matteo Renzi, reduce dalla Leopolda, in un’intervista a La Repubblica è tornato a parlare del caso del cosiddetto dossieraggio, accusando Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia di non voler istituire una commissione ad hoc. «Conosco Nordio come un gentiluomo. Se la mattina alle 10 conferma e alle 11 dice che non verrà è evidente che ha ricevuto un blocco politico. Due ministri di FdI, Crosetto e Nordio, hanno chiesto una commissione d’inchiesta sui dossieraggi. Se FdI dice no è evidente che il blocco viene dalla Meloni».
«Qui c’è un punto politico. Si accede illegalmente dentro un database che dovrebbe essere inviolabile. Lo ha spiegato alla Leopolda Sabino Cassese: violare questi dati significa entrare a Fort Knox, nel caveau del Paese. Il primo dossieraggio l’hanno fatto a me sulla Leopolda, sulla casa, sulle conferenze. Ma per me non è una novità. Il problema riguarda come difendere semplici cittadini che potrebbero trovarsi alla mercè di funzionari dello Stato infedeli. Chi sbaglia deve pagare».
«O trovano uno a cui dare la colpa per tutto oppure abbuiano tutto. Anche perché le persone coinvolte nei dossieraggi potrebbero essere degli insospettabili. Mi colpisce che il Csm non abbia ancora audito Cantone e Melillo che pure lo hanno chiesto».
«Se c’è un sistema che va avanti dallo scandalo Open del 2019 non mi stupirei se fossero coinvolti anche esponenti che lavorano con questo governo. Crosetto invece è una vittima. Per questo conviene a tutti una trasparente commissione d’inchiesta».
«Io ne sono vittima. Il modo con cui sono stato aggredito mediaticamente nasce dalla diffusione di notizie che non sarebbero mai dovute essere rese pubbliche. E’ chiaro che il consenso mio e del mio partito ne ha risentito. Ma ancora più grave è la lesione dei diritti di un cittadino comune. L’accesso abusivo alle banche dati è un vero e proprio furto con scasso».
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