Antonio Decaro risponde alle accuse: "Non ho mai piegato la testa, ora devo difendere la mia città"
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Antonio Decaro risponde alle accuse: "Non ho mai piegato la testa, ora devo difendere la mia città"

Il sindaco di Bari Antonio Decaro: "Sto ricevendo testimonianze di affetto da tante persone da tutta Italia. Oggi volevo stare da solo qui perché devo difendere la mia città ma anche me stesso davanti alla mia famiglia, alle mie figlie".

Antonio Decaro risponde alle accuse: "Non ho mai piegato la testa, ora devo difendere la mia città"
Antonio Decaro
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20 Marzo 2024 - 13.37


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Il sindaco di Bari Antonio Decaro, si è difeso dalle accuse che nelle ultime ore sono piovute sul comune pugliese, in una conferenza stampa convocata all’indomani delle notizie giunte dal ministero dell’Interno.

«Sto ricevendo testimonianze di affetto da tante persone da tutta Italia. Oggi volevo stare da solo qui perché devo difendere la mia città ma anche me stesso davanti alla mia famiglia, alle mie figlie. In dieci anni non ho mai piegato la testa e sono sempre stato uno rispettoso delle istituzioni. Ho ascoltato sempre tutti, anche quelli che mi maltrattano». 

 «Sono un uomo delle istituzioni e, come tale, aspetterò con serenità la commissione di accesso e gli daremo tutto il supporto, tutta l’assistenza e tutta la documentazione necessarie» . 

«È vero a Bari ci sono 14 clan ma è soprattutto una città che resiste alla criminalità organizzata e che non piega la testa, una città che non si gira dall’ altra parte. Per 10 anni ho servito con disciplina e onore, come ho giurato sulla costituzione, senza paura, non ho mai piegato la testa e non mi sono mai girato dall’altro lato e rispettoso delle istituzioni da sindaco e da presidente dell’Anci e non ho mai mancato di rispetto a un ministro, a un sindaco, a un cittadino». 

Decaro ha ricordato tutte le volte che ha accompagnato i cittadini in sede di denuncia per aver ricevuto proposte di voto di scambio e i commercianti che hanno denunciato estorsioni, oltre alle minacce subite da un clan in occasione della festa patronale di San Nicola quando denunciò il racket delle fornacelle sul lungomare e «addirittura mi furono gettati contro una bottiglia di birra e degli spiedini roventi. Il Questore mi sconsigliò in quella occasione di entrare nella basilica di San Nicola. Alla fine ci entrai protetto da un cordone di poliziotti». 

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