A Budapest, al fianco di Ilaria Salis, c’è una delegazione di politici e personalità – tra cui Zerocalcare – per portare solidarietà e supporto alla 39enne italiana, in carcere da quasi 14 mesi. Tra loro anche i parlamentari di Avs Nicola Fratoianni e Ilaria Cucchi.
“Insieme ad Ilaria Cucchi siamo in quest’aula di tribunale a Budapest per seguire l’udienza del processo di Ilaria Salis, ancora una volta entrata con manette e catene. Siamo qui per mostrare ad Ilaria e alla sua famiglia tutta la nostra vicinanza e il nostro sostegno. Per mostrare che la Repubblica italiana non abbandona le proprie cittadine, nonostante l’assenza della maggioranza e del governo Meloni. Perché è necessario difendere lo stato di diritto, difendere la libertà e i valori dell’Europa, e affinché la nostra concittadina possa tornare a casa”.
La deputata del Movimento 5 Stelle Stefania Ascari.
«Oggi a Budapest si terrà l’udienza chiave del processo contro Ilaria Salis, che da oltre un anno si trova in un carcere di massima sicurezza pur senza una condanna. Questa mattina ho incontrato uno dei suoi avvocati, Gyene Balint, il cui auspicio è che a Ilaria vengano concessi gli arresti domiciliari in Italia, e in subordine in Ungheria. L’udienza sta per cominciare e anche questa volta Salis è entrata in aula con le manette ai polsi, catene alle caviglie e al guinzaglio, come a gennaio. Vergognoso».
Nella delegazione c’è anche Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione comunista. «Da Budapest Ilaria in catene entra in aula. Questo è il governo di Orban, l’amico di Giorgia. Non sono stati i giudici, ma il governo a imporre questo trattamento disumano e degradante che non ha alcuna giustificazione relativa alla sicurezza – ha aggiunto Acerbo – Una donna inerme circondata da agenti con passamontagna come se si trattasse di un pericolosissimo criminale. Orban criminalizza l’antifascismo e usa Ilaria per mostrare il pugno di ferro – ha concluso – Ilaria è in carcere da 13 mesi sulla base di una montatura».
Ivan Scalfarotto di Italia Viva: “Trattamento inumano e degradante. Questa catena lo è. Ilaria Salis non potrebbe far male a una mosca né fuggire in nessun modo da quest’aula di tribunale a Budapest: noi stessi ci muoviamo a stento, data la folla che è assiepata qui dentro. Se l’imputata è attaccata a un guinzaglio è solo per esercitare una vessazione, per imporre su di lei un potere coercitivo in una modalità non necessaria e ridondante. Questo è tutto il contrario dello Stato di diritto e nella nostra Unione Europea nulla di tutto questo dovrebbe mai verificarsi”.
Anche il Pd è intervenuto sull’argomento, accusando di indifferenza il governo Meloni. “Ilaria Salis ancora in catene a Budapest. Una vergogna su cui Meloni tace per non scomodare il suo amico Orban. Alla faccia della “patriota”. Riportiamola in Italia, subito.
In una nota la posizione di Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Partito Democratico. «Il trattamento riservato a Ilaria Salis è un’esibizione di arroganza che Orban indirizza al nostro Paese e a tutti agli ordinamenti che rispettano i diritti delle persone. Questo non è un episodio della politica interna italiana e nessuno ha interesse a strumentalizzare la situazione di una concittadina trattata indegnamente, la questione è di rapporti tra Stati e la premier Meloni dovrebbe rigettare questa vera e propria provocazione, questo insulto che arriva da Budapest direttamente a Roma».