La ex senatrice Monica Cirinnà, già responsabile Diritti del Pd, attacca la destra sulla proposta fatta a proposito dell’inserimento di associazioni Pro Vita nei consultori, usando i fondi del Pnrr.
«Interrompere volontariamente una gravidanza in quasi tutte le Regioni d’Italia è già molto difficile per la mancanza di ginecologi non obiettori che si rifiutano di praticare quanto previsto dalla legge 194. A mia memoria solo il Lazio ha espletato un concorso riservato ai soli medici non obiettori per destinarli esclusivamente ai consultori e agli ospedali che hanno il centro di ivg».
«L’emendamento voluto delle destre, oggi tristemente al governo, per prevedere la presenza nei consultori delle associazioni Pro-Vita è l’ennesima prova della pervasività della cultura patriarca, oscurantista, ultra-conservatrice e ultra-cattolica che ispira ogni mossa di questo governo, guidato da una donna che si fa chiamare il Presidente e che si definisce sì donna, ma madre e cattolica».
«È proprio questo stereotipo che si vuole applicare il più possibile alle donne italiane senza riconoscere loro la libertà e l’autodeterminazione di tutte le scelte legate al proprio corpo, anzi peggio le si vuole colpevolizzare per la scelta di non diventare madri. Quale sarà il prossimo passo? Mandare anche preti e suore, con crocifisso e acqua santa per scoraggiare queste donne peccatrici?».
«Sono certa che tutte e tutti i parlamentari del Pd e delle forze politiche laiche sappiano fermare questa pericolosa deriva confessionale consentendo a tutte le donne di poter vedere rispettati i diritti previsti dalla nostra Costituzione».
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