La senatrice del Pd Cecilia D’Elia si scaglia contro il governo Meloni, dopo le vergognose posizioni adottate in materia di aborto.
“Quello a cui stiamo assistendo è la concretizzazione dell’Italia della presidente Meloni: una sola donna al comando, le altre scompaiono, mentre di continuo viene messa in discussione la loro libertà di scegliere sul proprio corpo, di essere o non essere madri, di lavorare e affermarsi”.
“Arriva in Senato il Dl Pnrr, che ne è ulteriore prova – spiega D’Elia -. Non solo è stato progressivamente stravolto l’impianto del Piano di ripresa e resilienza, che voleva rendere questo paese più giusto, con maggiori servizi per l’infanzia, obiettivi per l’occupazione femminile e parità di genere, ma si fa un affondo gravissimo con un emendamento, presentato da un uomo, tutto rivolto a rendere l’interruzione volontaria di gravidanza un percorso a ostacoli, di cui le donne devono sentirsi colpevoli. Un fuori programma, che con il Pnrr non c’entra nulla, ma ci dice quale idea di paese questa destra vuole affermare”.
“Del resto – prosegue D’Elia – lo abbiamo visto con l’uso spregiudicato del servizio televisivo pubblico, e il ritorno alla grande dei ‘manel’, nonostante il memorandum ‘No women no Panel’, che dovrebbe impedirli. Ieri, ad esempio, a Porta a Porta, su Rai 1, con solo uomini invitati a parlare, Vespa ha pensato di poter discutere di aborto. Gravissima la scelta del nuovo Consiglio di amministrazione dell’Aifa, l’Agenzia italiana del Farmaco, ovvero l’organo, controllato dal Ministero della Salute, che è l’autorità competente per l’attività regolativa dei farmaci, che si è insediato ieri. Tutti uomini”.
“Faremo una opposizione determinata, su Pnrr e gli obiettivi traditi, l’autodeterminazione delle donne attaccata, dentro all’aula e fuori. Hanno chiesto la fiducia, sfiduciamoli nel Paese. Lunedi sarò al presidio con la rete dei consultori per dire che nessun passo indietro è ammissibile”, conclude D’Elia.
La redazione di Porta a Porta fa sapere in una nota che “gli inviti per la trasmissione politica di giovedì 18 aprile sono stati fatti nei giorni precedenti al manifestarsi della polemica. Essendo prevista la presenza del Partito democratico, avevamo invitato tre donne parlamentari del Pd (sostituite alla fine dall’onorevole Zan per la loro indisponibilità) e una direttrice di giornale, anch’essa indisponibile. In ogni caso l’aborto è stato solo uno degli otto temi trattati nella trasmissione di ieri. Gli altri sette erano la guerra, Meloni a Bruxelles, il ricorso del governo contro l’Emilia-Romagna sul fine vita, la discussione sulla foto di Berlinguer nella tessera del Pd, il 5 in condotta e i sondaggi preelettorali”.
Stamane i componenti del Pd in Commissione di Vigilanza sulla Rai avevano accusato la trasmissione, condotta da Bruno Vespa su Rai Uno, di aver affrontato nella puntata di ieri il tema dell’aborto con “cinque uomini in studio”, aggiungendo di voler portare il caso in Commissione di vigilanza per “fermare questo declino e contrastare la palese violazione dei principi della parità di genere”.
“Come sa la stessa interessata – aggiunge la redazione di Porta a Porta -, fin dalle 9.47 (prima che uscissero le agenzie con le reazioni polemiche) avevamo valutato la presenza dell`onorevole Sportiello (Movimento 5 stelle) per i Cinque Minuti di oggi, ma la tensione internazionale successiva all’attacco israeliano all’Iran ci costringe ad occuparci di questo. Sarà nostra cura, naturalmente, tornare sul tema alla prima occasione utile”, assicurano da Porta a Porta.
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