“Faccio il presidente del Pd ed è mio compito portare in direzione la proposta uscita in larga maggioranza dalla segreteria. A differenza di molti altri, essendo il Pd un partito abituato a confrontarsi, la proposta” di inserire il nome della segretaria Schlein nel simbolo del partito per le elezioni europee, “è stata liberamente discussa. Secondo me Elly Schlein ha fatto bene a prendere la decisione che ha preso riguardo una proposta che rischiava di dividere e non essere capita nella sua natura, che non voleva essere fare del Pd un partito personale; siamo tra i pochi che scegliamo il segretario chiamando a partecipare milioni di iscritti”.
Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna e presidente del Pd Stefano Bonaccini a Otto e mezzo su La7.
Casomai, ha proseguito, “se dobbiamo riconoscere un errore, è stata una proposta portata troppo tardi, bisognava valutare e discutere in più tempo”.
E sulla possibilità che Schlein abbia imposto il suo nome sul simbolo ponendo come alternativa l’essere candidata in ogni circoscrizione “escludo nel modo più assoluto e categorico – ha sottolineato Bonaccini – che lo abbia mai detto o pensato. Non ho dubbi, ci siamo sentiti più volte in questi giorni. Serve che si affronti la campagna elettorale delle europee parlando dei temi che interessano i cittadini, non il simbolo. Schlein sarà capolista nelle circoscrizioni centro e isole. Ieri abbiamo votato pressoché all’unanimità le liste proposte, a proposito di unità del Pd. Sono liste competitive. Faremo un’altra direzione ai primi di maggio per approfondire il programma”.
“Uno dei motivi per cui ho accettato la candidatura” come capolista nel Nord est, ha concluso Bonaccini, è “perché non volevo che qualcuno pensasse che mi nascondessi in un momento così difficile. E’ giusto che chi ha più responsabilità ci metta la faccia nel cercare voti”.
