Per il ministro Gennaro Sangiuliano, intervistato da La Repubblica, il 25 Aprile è la festa di tutti e il suo partito si riconosce nei valori della Liberazione. Dovrebbe dirlo ai suoi colleghi di partito e alla stessa Giorgia Meloni, che a dirsi antifascista proprio non ci riesce.
«Il 25 aprile è la festa della Liberazione da una dittatura, dal nazifascismo. Un evento che deve appartenere alla memoria di tutti gli italiani. Vi contribuì la Resistenza a cui parteciparono donne e uomini di diverso orientamento politico: i repubblicani con le Brigate Mazzini, i socialisti con le Brigate Matteotti, i liberali, i monarchici, i cattolici con le formazioni Fiamme Verdi e le Brigate Ebraiche».
«Ci fu anche una minoranza comunista che poi ha provato a egemonizzare l’intera Resistenza. Fratelli d’Italia si riconosce nei valori della Liberazione e della libertà nell’accezione più alta delle parole. Il 19 settembre 2019, il Parlamento europeo approvò una risoluzione con 535 voti a favore nella quale si enuncia, a chiare lettere, una netta condanna tanto del nazismo quanto del comunismo. Dunque, l’Europa nasce come risposta alle due barbarie».
«L’antifascismo è sicuramente un valore, l’ho detto più volte. Ma lo è allo stesso modo anche l’anticomunismo. E no, non mi venite a dire che in Italia non c’è stata una dittatura comunista. L’Italia non ha avuto una dittatura comunista ma ha avuto un partito comunista profondamente stalinista».
«Non ho difficoltà a dichiararmi antifascista. Anche se non ritengo di doverlo dichiarare ogni giorno. Vorrei però introdurre un concetto storico molto importante: la destra non è il fascismo, che nasce da una costola del socialismo». Sulla censura al monologo di Antonio Scurati in Rai, per Sangiuliano lo scrittore «deve poter esprimere liberamente le sue idee e fare tutti i monologhi che crede. In Rai e altrove». In ogni caso «non credo che Scurati sia un bersaglio. E se lo fosse davvero, sarei pronto a fargli da scudo umano».