Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna e del Pd, in diretta su La7 ha parlato delle prossime elezioni Europee, per le quali sarà candidato nelle file dei democratici.
«Una grande forza politica come il Pd, che può fare meglio del 20% che ci assegnano i sondaggi, comunque fra i primi nel campo progressista e democratico, ha bisogno di avere sensibilità diverse al proprio interno ed è giusto che i partiti si aprano la società civile».
«La presenza di leader porta voti ai partiti. C’è chi lo fa come Renzi e Calenda per cercare di superare la soglia del 4%, c’è chi lo fa come Elly Schlein per dare una mano al Pd e chi come Giorgia Meloni che fa un referendum su se stessa cercando consenso visto il suo governo non riesce a mantenere le promesse fatte».
«Vannacci rappresenta l’idea di una destra estrema, radicale e sovranista che per la prima volta potrebbe governare l’Europa e le sue istituzioni, dopo aver lavorato per distruggerle: la felpa `No euro´ non la indossavo mica io. Vannacci ha definito statista Mussolini, che ha guidato un regime assassino, credo che dovrebbe provare vergogna. Vannacci ha un’idea di un mondo in cui la religione, il colore della pelle, la lingua perfino la disabilità o diversa abilità rappresentano un mondo da separare, questo per me è aberrante. Io in Europa voglio portarci i valori di libertà, uguaglianza, giustizia».
Sull’invio di armi all’Ucraina: «Intanto il fatto che un grande forza politica quale è il Pd, tra i primi partiti nel campo progressista e democratico in Europa, ha bisogno di avere anche sensibilità diverse al suo interno ed è giusto che le forze politiche si aprano alla società civile che portino qualità che si aggiungono alla politica».
«Sulle armi all’Ucraina il Pd ha sempre avuto una linea molto chiara: sostegno alla resistenza ucraina. Quello che possiamo condividere con Cecilia Strada è l’esigenza di un protagonismo nuovo e più forte dell’Europa che si faccia portatrice di una mediazione che porti a una pace giusta. Così come in Israele tenere il punto su due popoli e due Stati. Non trovo nulla di strano che in un grande partito possano esserci sensibilità diverse su alcuni temi dentro un quadro di condivisione ampia di valori».
«Le proteste degli studenti in una democrazia sono sempre non solo ammissibili ma dovute, ci mancherebbe altro che in uno stato democratico non si permetta sedi protestare e manifestare, certamente pretendendo che venga fatto nei limiti previsti dalle leggi e dalle regole, senza esercitare violenza o minacce. Questo degli studenti è sintomo e segno di un malessere complessivo di un mondo che sta vedendo guerre e conflitti».
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