Roberto Salis, padre di Ilaria, in una lettera aperta al caposervizio del Resto del Carlino di Reggio Emilia, ha parlato del trattamento da parte delle autorità ungheresi nei confronti della figlia, candidata alle Europee nelle file di Avs.
«Ilaria Salis è stata incarcerata e trattata in modo disumano dal governo ungherese. Ilaria è stata incatenata ai piedi e alle mani, sottoposta a un processo senza garanzie».
«Il caso di mia figlia è emblematico di come l’Unione Europea non dovrebbe trattare i suoi cittadini. Ho letto la lettera `Perché si demonizza Vannacci e non la Salis?´ di Giorgio Sesena. Pur comprendendo il desiderio di evidenziare le discrepanze nel trattamento di casi differenti, devo chiarire le differenze tra i due casi».
«Mia figlia Ilaria è stata vittima di un grave maltrattamento giudiziario. Non è un ufficiale militare o un politico, ma una giovane donna ingiustamente accusata e privata dei diritti fondamentali. Il trattamento disumano che ha subito, con catene ai piedi e alle mani, va contro i principi di giustizia e umanità che l’Unione Europea rappresenta. E mi sembra molto grave la sua giustificazione del motivo per cui la candidatura di mia figlia a suo avviso dovrebbe essere impedita :’à non ha mostrato contenuti politici meritori di candidatura europea.’ Auspicare, come lei lascia intendere, che le candidature alle elezioni siano vagliate da una non meglio specificata `Commissione Meriti Politici´ è un po’ lontano dai valori democratici che ispirano le culture occidentali ed Europee, ad eccezione dell’Ungheria di Orban».
«Le elezioni europee non sono basate su listini bloccati in cui il politico di turno riesce ad imporre agli elettori il seggio per il figlio di o l’amante di. Il sistema elettorale europeo prevede le preferenze sui candidati ed è il Demos cioè il popolo che stabilisce chi ha il merito politico per poter ottenere il seggio. Col suo metodo della Commissione Meriti Politici, Giuseppe Di Vittorio nelle elezioni del 1921 non avrebbe certamente superato le forche caudine della selezione del comitato che lei auspica, visto che si trovava nelle patrie galere, come mia figlia Ilaria, per i moti sociali del 1920/21. E l’Italia avrebbe perso il talento ed il contributo di quello che ha rappresentato il più grande sindacalista della nostra storia. Per cui caro Saverio lasciamo decidere al popolo chi ha meriti politici e chi no ed evitiamo di importare in Italia i criteri selettivi della classe politica usati nelle Democrazie Illiberali, e dunque Assolutistiche come quelle dell’Ungheria di Orban».