Bruno Vespa commenta al Corriere della Sera la decisione della Rai di non far svolgere il duello tv a Porta a Porta tra Elly Schlein e Giorgia Meloni. «Ho peccato di ingenuità perché c’era un precedente che mi riguardava: il mancato confronto Letta-Meloni del 2022. Deluso? Non tanto per me, ma non mi pare una vittoria della democrazia quando s’impedisce a una premier di confrontarsi con la leader dell’opposizione».
«Nel caso Letta-Meloni è stato impedito anche quando era misto. Il punto è che la legge sulla par condicio ormai è un nonsenso che nessuna forza politica finora, pur volendo, è stata in grado di modificare. I partiti che erano favorevoli al confronto erano quattro e rappresentavano il 63,32% in Parlamento. Per l’Agcom avrebbero dovuto essere almeno cinque. In quel caso il duello sarebbe passato anche se quei partiti avessero rappresentato, che so, il 30%».
«Il clima di contrapposizione c’è sempre stato. La questione è che la legge sulla par condicio fu introdotta per impedire a Berlusconi premier di esercitare il suo strapotere sulle tv. Oggi non ha senso. Le minoranze sono sempre state tutelate. Roberto Fiore, leader di Forza Nuova, è sempre stato presente in tv, sia pure per pochi minuti».
Rispetto all’ipotesi di un confronto tutti contro tutti afferma: «Ma le pare che un premier debba andare a confrontarsi con tutti i partiti grandi e piccoli? Cosa ci guadagna? Va bene tutto, ma si sta esagerando. Non si farà mai». Telemeloni? «Rispondo con i fatti. Che sia un moderato dalla nascita è reale. Ma chiunque sia venuto ospite da me non si è mai lamentato. Veda Schlein».
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