Michele Santoro, ideatore della lista Pace, terra e dignità, a Radio Cusano Campus ha parlato delle prossime elezioni Europee e della drammatica situazione a Gaza.
«In Italia eravamo pochissimi a dire che quello che stava facendo Netanyahu erano crimini di guerra. Nessuno nel Governo, né nell’opposizione ha avuto il coraggio di sollevare questo problema. Io ho un rispetto profondissimo per gli ebrei, per la loro sensibilità, per il fatto che hanno vissuto la più grande e atroce malvagità che l’umanità abbia mai potuto concepire, la Shoah – ma non si può dare a chi ha subito questo un privilegio sul piano del diritto, perché se uno è un assassino, che sia di Hamas o che sia israeliano, è sempre un assassino».
«Se il diritto non afferma questo principio significa che afferma una diseguaglianza nei confronti del più debole che poi giustifica qualunque reazione, anche il terrorismo paradossalmente. Per far vincere le ragioni del diritto sulla violenza allora dobbiamo affermare che anche Netanyahu è un criminale: ha fatto benissimo il procuratore a incriminarlo insieme ai leader di Hamas».
«La nostra proposta è contraria intanto a un esercito europeo, perché si baserebbe soprattutto sulle bombe atomiche, chiederemo inoltre di tagliare i 2500 miliardi di debiti degli europei che detiene la Bce e investirli in una transizione ecologica più rapida, più efficace, più protettiva nei confronti delle categorie, come gli agricoltori e gli operai, che possono essere maggiormente toccate. Oggi assistiamo a un impoverimento nelle fasce più basse e nel ceto medio della popolazione, molto preoccupante, anche in vista delle sfide legate alla crisi climatica».
«Occorre riconoscere la tendenza di alcune democrazie occidentali, come gli Usa, di concentrare il potere in poche mani. Noi parliamo di democrazia, ma poi in realtà abbiamo di fronte un malato. Dobbiamo prendere coscienza di questa malattia e affrontarla, facendo emergere la volontà di una stragrande maggioranza di persone che forse pensano di non contare niente, ma che ripudiano la guerra e che ne hanno tutto il diritto».