Per Giorgia Meloni, intervenuta al Festival dell’Economia di Trento, il premierato è il banco di prova su cui il suo governo e la sua figura potrebbero cadere. Peccato che sfida personale riguardi l’Italia e l’integrità della Carta costituzionale.
«È una riforma necessaria, e ne vale la pena: non sono il tipo di persona che riesce a ripagare con la vanità le sue rinunce. Attualmente la mia vita si svolge così, mi alzo la mattina, cerco di risolvere problemi, vado a dormire, rimane poco tempo per mia figlia. Davvero qualcuno pensa che il mio obiettivo è continuare a fare questa vita? Quindi, io voglio lasciare qualcosa, e o la va o la spacca».
«Noi abbiamo fatto una riforma – ha spiegato – modificando sette articoli della Costituzione, che in questa Nazione fa una piccola grande rivoluzione, rimettendo il boccino nelle mani dei cittadini. L’obiettivo è garantire la stabilità: oltre che una misura democratica è una misura economica, perché la stabilità di un governo rafforza le opportunità di far crescere l’economia. Noi in passato abbiamo avuto governi che in media sono durati un anno e mezzo.
Quando ho un orizzonte così breve non posso fare investimenti, spendo per garantirmi consenso immediato. Se invece un governo ha cinque anni per lavorare può mettere in campo una strategia. Una politica stabile è anche meno sottoposta alle pressioni, e risponde ai cittadini. Tutti quelli che in questa Nazione hanno dato le carte o ritenuto di doverle dare senza dar conto ai cittadini, oggi osteggiano questa riforma».
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