Elezioni, Giorgia Meloni: "L'Europa si occupi di poche cose e lasci libertà e sovranità alle nazioni"
Top

Elezioni, Giorgia Meloni: "L'Europa si occupi di poche cose e lasci libertà e sovranità alle nazioni"

Giorgia Meloni: "Noi vogliamo un'Europa che si occupi di poche cose ma importanti, come la politica estera e di sicurezza comune, lasciando tutto il resto alla libertà e alla sovranità delle Nazioni".

Elezioni, Giorgia Meloni: "L'Europa si occupi di poche cose e lasci libertà e sovranità alle nazioni"
Giorgia Meloni
Preroll

globalist Modifica articolo

7 Giugno 2024 - 09.04


ATF

Nell’ultima intervista pre elettorale, Giorgia Meloni ha parlato con il Secolo XIX. «Abbiamo il compito di risvegliare questa Europa dal sonno in cui è piombata, e difenderla dal relativismo e dall’islamizzazione strisciante. C’è in ballo una parte non indifferente del nostro futuro: come italiani, europei, occidentali. La storia, con la `S´ maiuscola, si è rimessa in moto: piaccia o no. E in questo frangente l’Europa è a un bivio. Il referendum è su questo: tra un’Europa che vuole continuare a essere un enorme `ente regolatore´ della vita dei cittadini, quando il resto del mondo investe, produce e allarga – non sempre in maniera democratica – la propria sfera di influenza; e un’Europa che invece vuole recuperare la visione dei Padri fondatori, ripartire dalla cooperazione tra Nazioni sovrane e investire sulla propria autonomia strategica. A partire dalla questione energetica…».

«Noi vogliamo un’Europa che si occupi di poche cose ma importanti, come la politica estera e di sicurezza comune, lasciando tutto il resto alla libertà e alla sovranità delle Nazioni. In altre parole, non faccia Bruxelles quello che può meglio fare Roma. E non faccia Roma quello che può fare meglio Bruxelles».

«In questa campagna elettorale abbiamo registrato grande entusiasmo, non solo a Roma ma su tutto il territorio nazionale. Perché rendere l’Europa un soggetto politico forte è un sogno che, a destra, si tramanda di generazione in generazione. È altrettanto vero che, per troppi anni, certa politica ha investito poco e male sulle energie da mandare a Bruxelles. A questo si aggiunge il tic della sinistra di aderire in modo incondizionato ai diktat comunitari». 

«Tutti, guarda caso, a danno delle famiglie e di chi produce. Ciò che dobbiamo far capire agli italiani è che tu puoi anche non interessarti dell’Europa, ma è certo che lei si interesserà di te. Il punto è capire come lo farà. E questo dipenderà dal voto che gli italiani esprimeranno l’8 e il 9 giugno». 

«Negli ultimi decenni è stato accantonato lo spirito dei trattati costitutivi della Comunità europea: che non a caso si erano concentrati nel prevedere la cooperazione sull’energia e le materie prime. È da questo che si mette in moto il progetto per una vera autonomia strategica. Un altro esempio che faccio sempre riguarda la Nato: vogliamo una colonna europea che guardi ai fronti più vicini a noi? Dobbiamo investire in sicurezza. Se invece si continuerà a voler stare comodamente sotto un ombrello garantito e finanziato da altri, non possiamo lamentarci se la strategia non sarà la nostra». 

«L’Europa che abbiamo nella mente e nel cuore deve saper ritrovare il suo bene più prezioso: l’orgoglio per la sua storia, la sua identità e le sue radici. Vogliamo una Europa che sappia ritrovare la sua anima, ovvero ciò che per millenni l’ha resa un faro di civiltà. Perché non dobbiamo dimenticare che l’Europa è la terra nella quale fede, ragione e umanesimo hanno trovato quella perfetta sintesi dove è nato lo Stato sociale, si è formata una società che mette al centro la difesa della vita e della famiglia, e si occupa dei più fragili». 

«Va riportata al modello sancito dai Trattati di Roma. Modello all’epoca sostenuto dalla destra e dal Msi, e ferocemente contestato dal Partito comunista, di cui l’attuale sinistra è erede. Noi vogliamo un’Europa in cui le Nazioni scelgano di collaborare sulle grandi sfide che da sole non riescono ad affrontare, mentre la sinistra non vuole altro che un super-Stato burocratico ipercentralista, fondato sul trasferimento di competenze e quote sempre maggiori di sovranità dai governi e dai parlamenti legittimati dai popoli a Bruxelles».

«Come leader di Fratelli d’Italia e dei Conservatori europei, il mio obiettivo è creare in Europa una maggioranza alternativa a quella attuale, mandando finalmente le sinistre di ogni colore all’opposizione. Vogliamo fare, cioè, esattamente quello che abbiamo fatto in Italia un anno e mezzo fa, ed esportare questo modello per la guida della futura Europa. Se questo scenario sia possibile o no, spetta solo ai cittadini determinarlo. A noi spetta il compito di crearne le condizioni, e sono convinta che si possa su questo trovare una sintesi virtuosa tra conservatori, popolari e le altre forze politiche che si riconoscono nel centrodestra».  

«Sono e restano elezioni europee. Allo stesso tempo, considero questa tornata un’indicazione importante sulla strada percorsa finora. In questo anno e mezzo abbiamo ottenuto risultati importanti in Europa, a tutela dei nostri interessi nazionali. Penso alla revisione della Politica agricola comune, alla battaglia per cambiare il regolamento imballaggi, al cambio di approccio che abbiamo impresso sull’immigrazione. Prima che arrivassimo noi, in Ue si discuteva soltanto su come redistribuire tra i 27 Paesi membri gli immigrati clandestini che i governi di sinistra facevano sbarcare sulle nostre coste, con noi adesso si lavora insieme per difendere i confini esterni e combattere finalmente i trafficanti di esseri umani. Sul fronte interno, abbiamo investito tutte le risorse a disposizione per difendere il potere d’acquisto delle famiglie e incentivare le imprese ad assumere, e i principali indicatori macroeconomici, a partire da quelli sull’occupazione, ci dicono che siamo sulla strada giusta».

Native

Articoli correlati