Elly Schlein, alla vigilia del voto per le elezioni Europee, ha rilasciato un’intervista ai quotidiani del gruppo Nem del Nordest, parlando dei temi principali in vista delle consultazioni.
“Giorgia Meloni tutti i giorni cerca di decidere cosa devo dire io. Non sono un juke box e sono stufa che mi chieda conto di cose che non ho mai detto. Credo sia un tentativo di distrazione di massa: per non rispondere alle nostre domande su sanità pubblica, salario minimo, ogni giorno prova a riportare il dibattito su di sé. Penso che invece debba rispondere alle preoccupazioni concrete, anche di tante persone che hanno votato per lei. Agli elettori interessa questo, non le sue ripicche personali”.
“Penso che, essendo a corto di argomenti, le venga più facile tornare sul terreno identitario e scegliersi un nemico al giorno. Che spesso sono io, sì, ma sarei più preoccupata del contrario”.
Questa mattina Elly Schlein sarà a Padova per tenere il comizio di chiusura, nella stessa piazza dove 40 anni fa, l’11 giugno del 1984, Enrico Berlinguer, leader dei comunisti italiani, pronunciò il suo ultimo discorso.
“Da Berlinguer ereditiamo sicuramente la vicinanza a lavoratrici e lavoratori, una cosa importante da recuperare per la sinistra, non solo in Italia, ma in Europa: Berlinguer aveva quella straordinaria capacità di rappresentarne le istanze e di portare dentro la sua voce quel tratto di vicinanza, umanità ed empatia con le condizioni di chi fa più fatica”.
A La Stampa, la Schlein ha poi continuato: ”Da federalista europea penso che sia importante fare un buon risultato per imprimere una svolta progressista all’interno dell’Ue, per riuscire a costruire davvero l’Europa che vogliamo. Poi, visto che dall’altra parte abbiamo una destra italiana che non ha mai creduto nell’integrazione europea, è chiaro che speriamo di mandare un segnale forte al governo. Anche nell’ottica di costruire l’alternativa”.
“Non so come facciano a prendere in giro in questo modo i cittadini. Parliamo di 40 euro in più all’anno, per un totale di 500 euro, in pratica un caffè al giorno. Mentre hanno smantellato uno strumento da oltre 400 euro al mese. La verità è che questa destra ha un’avversione per i poveri e ricorre a spot elettorali per coprire l’incapacità di governare. Questo è un governo che prepara l’esame di giugno e rinvia tutto a settembre: la social card, i tagli ai Comuni, i soldi per le liste d’attesa, il voto sull’autonomia differenziata. Rinviano tutto”.
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