Il flop di Calenda e Renzi è stato clamoroso: entrambi volevano insegnare al mondo come si facesse politica, fissando asticelle altissime e oggi si leccano le ferite rimpiangendo gli antichi ‘fasti’ del cosiddetto Terzo Polo. Fuori dall’Europarlamento per non aver raggiunto il 4% delle preferenze, Calenda fa un’analisi della sconfitta parlando poi delle prospettive.
“E´ stata una dura sconfitta alle elezioni europee che non ci aspettavamo perché è stata una campagna elettorale con una lista di candidati straordinaria, un programma profondo e un modo di fare la campagna che credo sia stato onorevole e che ha sempre cercato di ingaggiare i cittadini in un discorso sull’Europa. Questo percorso non è stato sufficiente perché c’è un’onda violentissima di polarizzazione che prescinde da ogni altra considerazione. è un’onda forte e potente e Azione è nata per contrastarla”.
“Si può cadere, ci si rialza e si ricomincia a combattere; diceva Churchill che il successo non è definitivo, l’insuccesso non è fatale quello che conta è il coraggio di andare avanti e lo faremo aprendo come promesso una grande costituente dell’area liberal- democratica, repubblica, popolare e lavorando con lo stesso identico passo con serietà dei contenuti e dei candidati”.
“Bonino non fa partiti con nessuno e Renzi prima li fa e poi li disfa, ma non si può far finta che le cose non siano successe. I nostri elettorati sono incompatibili. Emma si è presentata con Renzi e ha perso il 40% dei propri elettori. Noi dobbiamo quindi lavorare per essere più convincenti e per farlo apriremo la fase costituente che avevamo promesso”.
”I sovranisti spesso quando sono al governo si rimangiano gran parte delle cose, ma io sono molto preoccupato. Penso che il rischio di cessazione del sostegno all’Ucraina sia molto elevato, questo è il principale rischio da scongiurare. Se cediamo a Putin non ci sarà più l’Europa”.
“Io sono sempre disponibile al dialogo, il punto è su quali valori. L’abbandono del sostegno all’Ucraina? Non lo possiamo fare perché lo riteniamo sbagliato. Secondo me ci ritireremo dal sostegno all’Ucraina, ma non il nostro partito, il governo e l’opposizione”.
“La svolta a destra nell’Ue è molto marcata. Il problema è nei singoli paesi europei e io sono molto preoccupato. Penso che la cessazione del sostegno all’Ucraina, ma da parte dei paesi e non del Parlamento europeo, sia molto elevato e penso che questo sia il principale rischio da scongiurare perché se noi cediamo a Putin non ci sarà più l’Europa”.