Giorgio Gori (Pd): "I progressisti devono unirsi, riapriamo i giochi da Avs fino a Renzi"
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Giorgio Gori (Pd): "I progressisti devono unirsi, riapriamo i giochi da Avs fino a Renzi"

Giorgio Gori: "Ci sono condizioni più favorevoli, secondo me, perché il Pd riapra i giochi tanto a sinistra, visto il buon risultato di Avs, quanto verso i `riformisti moderati´, cioè i partiti di Renzi, Bonino e Calenda"

Giorgio Gori (Pd): "I progressisti devono unirsi, riapriamo i giochi da Avs fino a Renzi"
Giorgio Gori
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12 Giugno 2024 - 09.58


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Giorgio Gori, ex sindaco di Bergamo e neo europarlamentare eletto nelle liste Pd, in un’intervista al Corriere della Sera ha analizzato l’esito del voto, aprendo al centro sinistra una prospettiva in cui si dovranno includere più realtà possibili. 

«Il risultato ci restituisce una chiara gerarchia tra le forze progressiste e pone il Pd in un ruolo cardine, visto che ha più del doppio dei voti del M5S. Ci sono quindi condizioni più favorevoli, secondo me, perché il Pd riapra i giochi tanto a sinistra, visto il buon risultato di Avs, quanto verso i `riformisti moderati´, cioè i partiti di Renzi, Bonino e Calenda, che non hanno raggiunto il quorum ma che comunque raccolgono un 7 per cento di elettorato a cui non si può rinunciare. Io penso che se vogliamo costruire un’alternativa vincente non sia più tempo di veti, né da una parte né dall’altra». 

«Elly Schlein è stata brava, ha centrato il Pd su temi principalmente sociali, ha parlato di salari e di sanità, che sono sentiti. Più nazionali che europei, è vero, ma da che la campagna si è polarizzata tra lei e Meloni era inevitabile che andasse così. Ha fatto delle liste efficaci: il risultato è anche il frutto di questa capacità di comporre sensibilità diverse che non si sono elise le une con le altre, ma hanno saputo sommare i rispettivi consensi. Forse qualcuno che ha scelto Cecilia Strada non avrebbe votato me, e viceversa. Ma hanno votato tutti per il Pd».

Alla domanda se il sostegno a Kiev sia un discrimine, Gori risponde: «Sì, lo è. Tutti vogliamo la pace. Far mancare aiuti economici, umanitari, ma anche militari, all’Ucraina significa però condannare quel Paese alla sconfitta. Apprezzo molto che il Pd, nonostante fisiologiche riflessioni su questo tema, abbia mantenuto una posizione chiara e coerente. I pareri di candidati indipendenti sono assolutamente rispettabili ma non rispecchiano la linea del partito». Il Pd dovrebbe riformare la sua posizione sulla giustizia? «Lo dice a me? Ho votato i referendum sulla giustizia e sono favorevole a qualunque riforma vada nella direzione di un maggiore garantismo, compresa la separazione delle carriere. Questa però è la mia posizione, purtroppo – per ora – non è quella `ufficiale´ del partito»

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