Autonomia, la Lega non indietreggia dal piano di disgregamento del Paese. Zaia: "Dobbiamo parlare al Sud"
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Autonomia, la Lega non indietreggia dal piano di disgregamento del Paese. Zaia: "Dobbiamo parlare al Sud"

Autonomia, Zaia: "Su questa riforma ci sono dei pregiudizi che dovremo superare. Dovremo parlare al popolo del Sud che viene quotidianamente bersagliato da informazioni negative".

Autonomia, la Lega non indietreggia dal piano di disgregamento del Paese. Zaia: "Dobbiamo parlare al Sud"
Luca Zaia
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18 Giugno 2024 - 09.10


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Il piano di disgregamento dell’unità nazionale ideato dal governo Meloni, e in particolare dalla Lega, prosegue. La riforma per l’Autonomia differenziata si muove spedita e Luca Zaia, presidente del Veneto, vorrebbe parlare con il Sud per provare a convincere le popolazioni che più delle altre saranno colpite dalla riforma. Ecco le sue parole al Corriere della Sera.

«Io sono un inguaribile ottimista, penso che arriveremo a definire la legge. Mi spiace solo che questa riforma così importante sia bollata come una minaccia all’unità nazionale. Mi pare anche un atteggiamento irrispettoso nei confronti del capo dello Stato. Che è il garante della Costituzione e ha firmato la legge».  

«Su questa riforma ci sono dei pregiudizi che dovremo superare. Dovremo parlare al popolo del Sud che viene quotidianamente bersagliato da informazioni negative. Ma non è onesto far credere ai cittadini che questa sia un’operazione sovversiva che spacca il Paese. Non è la verità. Le discussioni entro la maggioranza sono sempre costruttive. Ma che salti il banco, nemmeno voglio pensarlo».

«L’Autonomia è il grande contributo della Lega al Paese, ma non è un blitz ma un segno di grande coerenza di questo governo. E’ un dibattito democratico che deve avvenire dentro al Parlamento e ci sono tutti i presupposti per un bel lavoro a favore di tutti. Peraltro, l’Autonomia è un pilastro del programma di governo, così come il premierato. Ripeto: che salti il banco nemmeno voglio pensarlo».

«I miei colleghi governatori, del Sud e del Nord, li ho sempre sentiti dire che volevano più competenze. Questa è l’Autonomia. Ed è normale: l’Autonomia non ha fatto alcun danno, non è responsabile di chi si deve curare fuori regione, dei dissesti finanziari, del fatto che in alcune zone d’Italia non ci sia l’acqua potabile e della spazzatura in strada. Questo, semmai, è figlio dei centralismo. Per questo mi aspetterei una rivoluzione contro: mantenerlo è un caso da manuale di sindrome di Stoccolma». 

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