Una vittoria che non è una vittoria. Ma la propaganda la fa passare per trionfo. Marine le Pen Ha molti volti in meno del Fronte Popolare e di Macron che – probabilmente – sceglieranno la desistenza al ballottaggio.
«Ho sempre auspicato a livello europeo che venissero meno le vecchie barriere tra le forze alternative alla sinistra, e mi pare che anche in Francia si stia andando in questa direzione». All’indomani del primo turno delle elezioni legislative francesi, Giorgia Meloni fotografa così la situazione. In attesa del ballottaggio in programma domenica prossima la premier non può fare a meno di constatare che «per la prima volta» il partito di Marine Le Pen e Jordan Bardella «ha avuto degli alleati già dal primo turno», ovvero Marion Maréchal e Eric Ciotti, «e per la prima volta mi pare che anche i Républicains siano orientati a non partecipare al cosiddetto fronte repubblicano».
«Noto qualcosa che in forme diverse avviene anche in Italia – è quindi l’analisi di Meloni -: il tentativo costante di demonizzare e di mettere all’angolo il popolo che non vota per le sinistre è un trucco che serve a scappare dal confronto sul merito delle diverse proposte politiche. Ma è un trucco in cui cadono sempre meno persone, lo abbiamo visto in Italia, e si vede sempre di più in Europa».
Analizzando quanto accaduto nelle scorse ore in Francia, la premier sottolinea quindi «una grande partecipazione al voto e questo è sempre un dato molto positivo. Sul piano politico, faccio i miei complimenti al Rassemblement National e ai suoi alleati per la netta affermazione al primo turno. Quanto al ballottaggio, io tratto sempre con rispetto le dinamiche politiche ed elettorali delle altre nazioni. Certo, siamo di fronte a uno scenario molto polarizzato dove ovviamente preferisco la destra».
A tifare Rassemblement National è ovviamente Matteo Salvini, «alleato e amico da tanto tempo» di Le Pen e Bardella. «Il voto francese – assicura il vicepremier – potrà avere ripercussioni positive anche sull’Europa. È un cambiamento che potrà essere utile perché mentre a Bruxelles stanno ricostruendo la stessa ipotesi di maggioranza, pur avendo perso voti e pezzi, su Ursula von der Leyen e alleanze con i socialisti e col gruppo di Macron, che persino in Francia ormai è la minoranza della minoranza, in Italia, in Francia, in Germania e in Spagna, dove i popoli votano, chiedono un cambiamento».
Cambiamento che per il segretario della Lega deve passare anche da una diversa configurazione delle famiglie politiche in Europa. Ecco perché ha accolto con interesse l’annuncio fatto dal primo ministro ungherese Viktor Orban riguardo a un nuovo gruppo dei Patrioti europei. «Mi sembra la strada giusta unire chi mette al centro lavoro, famiglia, sicurezza, futuro dei giovani e non finanza, burocrazia e austerità. È quello che la Lega auspica da tempo», le parole di Salvini che apre all’adesione da parte del Carroccio, al momento tra gli Identitari assieme al Rassemblement National: «Stiamo valutando tutti i documenti, però penso che possa essere la strada giusta fare un grande gruppo che ambisca a essere il terzo nell’Europarlamento».
A soffermarsi sull’esito del voto francese c’è anche l’altro vice di Meloni, Antonio Tajani, che a chi gli chiede se sia preoccupato da una possibile affermazione di Le Pen, replica: «Io sono preoccupato dai rischi di instabilità. L’importante è che l’Europa riesca ad essere stabile, che la stabilità garantisca i mercati. Noi lavoreremo con qualsiasi governo sia scelto dai cittadini francesi». «Il mio partito di riferimento in Francia sono i Republicains che hanno avuto un risultato abbastanza positivo. Prima di fare qualsiasi commento dobbiamo aspettare il voto del ballottaggio», conclude il segretario di Forza Italia.
Argomenti: giorgia meloni